La sinistra che farnetica: "Norimberga per la Meloni"

Piazza estremista senza freni. Cremaschi: "Io coi resistenti palestinesi, anche fondamentalisti. Non faccio distinzioni"

La sinistra che farnetica: "Norimberga per la Meloni"
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Al corteo romano «per la Palestina» ideato da collettivi e studenti ci sono quasi più bandiere di Rifondazione comunista, Potere al Popolo e Unione Popolare. E non fa in tempo a partire, che scatta il cortocircuito.

Lo speaker invita i cartelli politici e sindacali a «far passare in testa le organizzazioni di solidarietà con la Palestina». Che arrivano. Un maxi-striscione choc chiede «Una nuova Norimberga per i crimini dell'occidente». Va in scena la colpevolizzazione. Cori «Isra-ele terro-rista» e nuovi bersagli. Fotografici. Precisi: Biden, Netanyahu, Meloni, Von der Leyen, Stoltenberg.

Tra decine di bandiere di Cuba e un paio della Russia, si attacca «l'Alleanza atlantica criminale». «Fuori/l'Italia/dalla Nato!» tuona la piazza romana. Giorgio Cremaschi, di Potere al Popolo, sta con la «resistenza» palestinese: «Tutta, anche quella fondamentalista è dalla stessa parte e io non mi metto a distinguere». Cala il buio e ci si libera da certi caveat. «Siamo tutti Hamas», gridano vari gruppi. Parte un boato. Per chef Rubio «è stata la cosa più sensata detta al corteo», scrive su X. Attimi di tensione anche tra alcuni manifestanti e una troupe di Quarta Repubblica. Si lancia anche lo slogan «diversamente antisemita» che accomuna Roma ad altre piazze Ue: «From the river to the sea». Palestina libera dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo. Israele sta nel mezzo, non piace. «C'è un popolo che non è terra sua e vuol comandare», dice un ragazzo del centro culturale Al-Abrar.

Da piazza Vittorio a San Giovanni, un florilegio di recriminazioni che non sempre hanno a che fare con la Palestina, tanto che 5 ragazzi arabi si avvicinano al camion in testa chiedendo «almeno qualche canzone palestinese»: «Eh ma scrivetemi i titoli italianizzati», risponde il «dj». Studenti intonano «più case e non più bombe». Bandiere «stop agli sgomberi» portate da gruppi di immigrati. Dal microfono si attacca Meloni «che ha negato il salario minimo». Palestinesi quasi spaesati. Gli studenti allora rilanciano: «Ora e sempre re-sis-tenza». Ce l'hanno pure con Bruxelles: «Unione europea mer*a imperialista». La Digos vigila. L'atmosfera si surriscalda. Fino a un allarmante slogan: «Se non cambierà, Intifada pure qua».

Nel mirino c'è Palazzo Chigi: «Criminali dell'umanità, schierato sui dettami della Nato e dell'Ue sta con lo stato fascista di Israele, abbiamo visto la posizione indecente sulla risoluzione Onu». Un abusivo vende bandierine della pace a 5 euro. Finite in un'ora. Chi le cerca dice al vicino: «Prossima volta ci toccherà ordinarle su Amazon...». E perfino un imam commenta: «Eh che belle contraddizioni...».

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