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Sinistra in fuga dalla Albanese. Persino la Boldrini ora la scarica

Le sue parole sull'assalto a La Stampa eccessive pure per chi l'aveva glorificata. La funzionaria contro la sindaca dem di Firenze: "Il mio esilio non sia perpetuo"

Sinistra in fuga dalla Albanese. Persino la Boldrini ora la scarica
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La scomunica di Laura Boldrini contro l'eroina dei pro Pal mette il sigillo definitivo: il Pd "molla" Francesca Albanese. È iniziata la grande fuga. La sinistra scappa dopo l'ennesima uscita infelice. La relatrice speciale dell'Onu per la Palestina, l'icona dei movimenti di piazza cui Fratoianni e Bonelli volevano consegnare il Nobel per la pace, diventa l'impresentabile. Tutti in fila a prendere le distanze. Quasi un'appestata. Ma la pietra tombale la mette l'ex presidente della Camera. Laura Boldini, che per prima aveva aperto le porte di Montecitorio alla giurista accusata di simpatie verso Hamas, si smarca dopo le parole sull'assalto a La Stampa: "Io penso che Albanese abbia fatto un grande lavoro come relatrice speciale, ma non posso condividere quello che ha detto. L'affermazione sull'attacco alla redazione della Stampa non la condivido e ritengo che sia sbagliata. Un attacco va condannato, punto. Senza se e senza ma". Pure Boldrini volta le spalle all'eroina dei pro Pal.

Non c'è più nessuno a difendere l'ormai ex stella della sinistra italiana. A Napoli il sindaco Gaetano Manfredi blocca l'iter per la concessione della cittadinanza onoraria e chiede un supplemento di riflessione. È la riscossa dei riformisti nel Pd. Un sussulto dopo l'innamoramento. A Firenze la sindaca dem Sara Funaro non la vuole come concittadina: "Io ho preso una posizione che mi sembra chiara. Prima di tutto, ci tengo a ribadirlo, mi unisco ancora al coro unanime di condanna per quello che è avvenuto a La Stampa per le aggressioni che sono state gravissime. Le affermazioni che sono state fatte da Francesca Albanese, di fare una condanna condizionata, le ho trovate molto gravi perché la stampa è libera e presidio di democrazia. Firenze è sempre stata una città che ha dato riconoscimenti a personaggi importanti, la città dei ponti, della pace e la città che unisce. Io penso che, non solo le ultime dichiarazioni su La Stampa, ma anche tante altre posizioni che porta Francesca Albanese siano più divisive che unificative e questo non rappresenta la città di Firenze". Vince Matteo Renzi che può festeggiare: "Non avrà la cittadinanza onoraria di Firenze. E vorrei ben vedere. Le dichiarazioni di sabato contro La Stampa - che era stata appena aggredita in sede da centri sociali ed estremisti pro Pal - sono imbarazzanti. Quelle su Liliana Segre addirittura infami. Non vedo un solo motivo per riceve una onorificenza così prestigiosa".

Scappa anche Angelo Bonelli, al bis di gaffe dopo Soumahoro: "Non ci possono essere giustificazioni di nessun tipo. Francesca Albanese ha condannato e si doveva fermare a quel punto. I giornalisti fanno il proprio mestiere, bisogna rispettare il gioco della democrazia". Proprio Bonelli la voleva candidata al Nobel per la Pace. La relatrice però non fa drammi e si cala subito nella parte della perseguitata. Addirittura si paragona a Dante: "Purché mi sia risparmiato l'esilio perpetuo", ha scritto Albanese sul social X, rispondendo a un tweet di Tgcom24, che riportava il pensiero di Funaro. Un commento che pare un riferimento a quanto subìto dal Sommo poeta. Per l'esilio si aprono le porte della sua terra: la Campania. Nella squadra di assessori della futura giunta Fico spunta proprio il nome di Francesca Albanese. Sostenuta dal M5s.

Non a caso il partito di Conte è quello ad avere una posizione morbida contro Albanese anche dopo le parole sull'assalto a La Stampa. A Padova la sinistra si divide. A Bologna, invece, passa la linea pro Albanese e Lepore si accoda. Così come a Bari. Per Vito Leccese Francesca Albanese è intoccabile.

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