"Il sistema pensioni regge. Record di giovani assunti"

Il presidente dell'Inps, Fava: "Oggi sono 27 milioni i lavoratori attivi"

"Il sistema pensioni regge. Record di giovani assunti"
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In vista della prossima legge di bilancio, si apre anche il cantiere sulle pensioni. L'aumento dell'aspettativa di vita prevista dall'Istat farà scattare, nel 2027, altri tre mesi in più prima di poter andare in pensione di vecchiaia. L'età di uscita dovrebbe passare da 67 anni a 67 anni e tre mesi, in base ai meccanismi automatici previsti dalla Legge Fornero. Il ministro Giorgetti ha assicurato che questo aumento sarà sterilizzato. Sul fronte delle risorse, intanto, l'attenzione si starebbe focalizzando su una operazione di rilancio delle forme integrative, con l'obiettivo di aumentare gli iscritti al cosiddetto "secondo pilastro", vale a dire alla previdenza complementare. Un ruolo potrebbe giocarlo anche il Tfr. A fine 2025, inoltre, si dovrebbe esaurire la corsa di Quota 103 in versione "contributiva", ovvero della possibilità di uscire anticipatamente con almeno 41 anni di versamenti e 62 anni d'età ma appunto con l'aggancio al metodo contributivo. Ed è previsto anche lo stop di altri canali di uscita, come Opzione donna, nell'attuale versione ristretta, o Ape sociale. Il governo dovrà quindi decidere la strategia da adottare per il 2026.

La grande sfida sarà anche allargare la partecipazione al lavoro. Per il presidente Inps, Gabriele Fava, ieri al Meeting di Rimini ha sottolineato che questo significa tre cose: più giovani, più donne, più permanenza attiva per chi è in buona salute oltre i sessant'anni. Perché, ha spiegato Fava, "i dati di Eurostat ci dicono che nei Paesi dove gli over 60 restano più a lungo nel mondo del lavoro aumenta anche l'occupazione giovanile". Secondo il presidente dell'Inps, la sostenibilità del sistema previdenziale oggi non è in discussione: "Nel 2024 abbiamo registrato 400mila nuovi assicurati, raggiungendo 27 milioni di lavoratori attivi, di cui oltre 7 milioni giovani. È un record storico". La spesa pensionistica italiana crescerà fino al 17,3% del Pil nel 2036 per poi ridursi progressivamente verso il 13,7% nel 2060. "Una curva impegnativa ma governabile". Per questo dal nuovo anno scolastico l'Inps lancerà una campagna nazionale di educazione previdenziale: scuole, università, forze dell'ordine, fiere di orientamento al lavoro, eventi culturali. In ogni caso, ha chiosato ieri Fava, "la sostenibilità del welfare non si gioca solo nei confini nazionali: serve una strategia europea".

Sullo sfondo, ci sono le stime diffuse ieri dalla Cgia di Mestre: tra il 2025 e il 2029 poco più di 3 milioni di lavoratori italiani, pari al 12,5% circa del totale

nazionale, lasceranno uffici e fabbriche per andare in pensione. Di questi, il 52,8% è attualmente dipendente del settore privato. Il 25,2% lavora nella pubblica amministrazione e il 21,9% è rappresentato da lavoratori autonomi.

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