La soddisfazione di Meloni: oggi il governo è più forte. "Fallita la spallata"

Fazzolari dà la linea a urne appena chiuse. La premier convinta che la sinistra esca indebolita dal voto: non traina i suoi sul lavoro e fa flop sulla cittadinanza

La soddisfazione di Meloni: oggi il governo è più forte. "Fallita la spallata"
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da Roma

Il dato numerico non è consolante, perché se pure era chiarissimo che il quorum non si sarebbe mai raggiunto in pochi si aspettavano un'affluenza del 30% e spicci, un segnale non certo confortante per lo stato di salute del nostro sistema democratico. Il dato politico, invece, è sotto gli occhi di tutti ed è certificato dallo psicodramma in corso in queste ore nel Pd, dove in molti sono convinti che la consultazione referendaria sia stata «un gigantesco regalo a Giorgia Meloni». Sotto il profilo del metodo, perché quello che doveva essere un inizio di spallata al governo si è rivelato un autogol. Davvero troppo bassa l'affluenza, su cui forse ha inciso anche la complessità di alcuni quesiti estremamente tecnici. Un vero e proprio schiaffone per il cosiddetto campo largo. Ma anche sotto il profilo del merito il risultato è pessimo, perché il quesito sulla cittadinanza insieme all'immigrazione uno dei temi più divisivi tra maggioranza e opposizione fa registrare oltre il 37% di no. Un dato davvero inatteso considerando che a votare sono andati soprattutto elettori di centrosinistra.

Tutte valutazioni che nella giornata di ieri sono rimbalzate tra le stanze di Palazzo Chigi e quelle di via della Scrofa. Non a caso, una manciata di minuti dopo la chiusura delle urne Meloni affida al suo braccio destro Giovanbattista Fazzolari il compito di dare la linea. «Le opposizioni - dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - hanno voluto trasformare i cinque referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita». Concetto su cui nelle ore successive insistono diversi big di Fratelli d'Italia. «Dopo mesi passati a fantasticare di piazze piene contro il governo Meloni, il centrosinistra oggi deve fare i conti con le urne vuote», dice il ministro per gli Affari europei Tommaso Foti. «Un referendum sponsorizzato per bocciare le politiche del governo è stato un referendum che ha bocciato la sinistra e tutta l'opposizione», spiega Arianna Meloni, capo della segreteria politica di Fdi. «Il campo largo è morto, la campagna di odio ha schifato gli elettori», commenta il presidente del Senato Ignazio La Russa. Insomma, aggiunge il responsabile organizzazione del partito Giovanni Donzelli, «hanno tentato una spallata al governo e per l'ennesima volta si sono slogati la spalla». E mentre il capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami punta il dito sui «centinaia di milioni di euro pubblici» che «la sinistra ha speso per regolare i loro conti interni», il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani sottolinea come il risultato del quesito sulla cittadinanza «dovrebbe far riflettere la sinistra». Perché, aggiunge, «anche l'elettorato di centrosinistra che ha risposto a una sorta di chiamata alle armi si è espresso in buona parte contro questo quesito».

E dello stesso tenore sono le reazioni di Forza Italia e Lega. Il vicepremier Antonio Tajani parla di «fallito assalto all'esecutivo» e di «sconfitta cocente». Mentre l'altro vicepremier Matteo Salvini punta il dito sulla sinistra che «non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori».

Nel centrodestra, dunque, l'aria che si respira è quella di una vittoria schiacciante. Anche perché il fallimento dei referendum certifica che il centrosinistra e la Cgil non sono più davvero trainanti su un tema a loro così caro come il lavoro, questione a cui erano dedicati quattro dei cinque quesiti.

Senza contare il risultato di quello sulla cittadinanza, che conferma come anche l'elettorato di centrosinistra sia diviso su questo fronte. Tutti segnali che fanno guardare con un cauto ottimismo alla corposa tornata di elezioni regionali in programma in autunno.

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