La stizza di M5s e Avs amici di Maduro

L'ex senatore grillino Airola sul Nobel alla Machado: "Va abolita la categoria Pace"

La stizza di M5s e Avs amici di Maduro
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Quando Beppe Grillo flirtava non solo con l'Iran, ma pure con il socialismo venezuelano e i suoi disastri. Oggi il Nobel a Maria Corina Machado riconosce la lotta eroica per la libertà della leader dell'opposizione. Ma da sempre i grillini stanno dall'altra parte, quella del regime di Chavez e Maduro che sono nel pantheon pentastellato.

Più di un deputato 5 stelle si schiera con il governo di Caracas quando a sfidarlo è Juan Guaidó e il tentativo di andare al potere contando i voti del popolo viene definito "colpo di Stato". Anche se i manipolatori della democrazia stanno nei palazzi del potere di Caracas. È il 2019 e nell'esecutivo gialloverde si apre uno scontro. Matteo Salvini definisce Maduro un "dittatore", i 5 Stelle boicottano questa posizione. Il fascino che esercita il socialismo in salsa sudamericana è troppo forte.

Non cambia nulla, oggi come ieri. Alberto Airola, dal 2013 al 2022 senatore del partito di Grillo e Conte, non festeggia il Nobel appena attribuito ma scrive un post che la dice lunga: "Con questo trend abolirei la categoria Pace per i premi Nobel". Anche Bonelli e Fratoianni si schierano contro: "Non ci convince affatto che il Nobel per la Pace sia stato dato alla Machado". È sempre lo stesso copione: il 23 gennaio 2017 Manlio Di Stefano, in seguito potente sottosegretario agli Esteri, presenta una risoluzione alla Camera in cui denuncia "l'indebita ingerenza da parte della comunità internazionale" negli affari interni di Caracas che va avanti fra brogli, minacce e arresti; poi, con una temerarietà lunare, elenca i progressi compiuti dal regime che invece schiaccia nella miseria gli abitanti del Paese. Sembra di essere tornati agli anni ruggenti in cui l'Unità si gonfiava di orgoglio per gli incredibili primati raggiunti dall'Unione Sovietica. In un documento ufficiale si arriva a sostenere l'insostenibile: "La denutrizione è diminuita del 57 per cento e non rappresenta un problema". Numeri che non stanno né in cielo né in terra.

Del resto il 3 luglio 2015 è Grillo in persona a magnificare Maduro e la sua cricca che stanno affamando i venezuelani.

Sul pentagramma pentastellato si trova davvero di tutto: peana fuori misura per lodare la lotta all'analfabetismo e alla povertà che oggi è solo miseria, e perfino una richiesta surreale all'allora premier Gentiloni "per assumere iniziative nei confronti dell'alleato statunitense affinché vengano rimosse le inique sanzioni che colpiscono il Venezuela". Dove di fatto la democrazia non esiste più e Machado è costretta alla clandestinità.

E per non farsi mancare nulla, ecco spuntare dall'album del Movimento pure un viaggio con delegazione di rango che va a Caracas nel 2017, per la commemorazione nel quarto anniversario della morte di Chavez.

I maligni ricordano le rivelazioni del quotidiano spagnolo Abc, peraltro mai confermate, anzi smentite con durezza dal quartier generale grillino: nel 2010 ai tempi di Chavez una valigia con 3,5 milioni di euro sarebbe arrivata al consolato di Milano e da qui sarebbe stata smistata ai piani alti del partito di Grillo. Un racconto che non ha mai trovato riscontri. E però la linea barricadera, populista e terzomondista dei 5 Stelle non è mai cambiata e ha sempre sposato le posizioni del governo di Caracas. Fino alle parole di Airola che riassumono uno stato d'animo: meglio abolire il Nobel.

Aria di festa nove e nella maggioranza.

"Machado è una donna coraggiosa che si è battuta per la libertà e la democrazia nel suo Paese - afferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani - credo sia giusto averle concesso il Nobel". Plaude anche la Lega che però a Bruxelles candida Donald Trump per il prossimo anno.

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