Quel sud del mondo che resta schierato contro l'Occidente

La Piazza Rossa conferma un dialogo sempre in salita

Quel sud del mondo che resta schierato contro l'Occidente
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Una sola vittoria, ma con due date diverse. È la bizzarra, ma significativa storia dei due diversi giorni in cui Londra e Mosca celebrano la sconfitta della Germania nazista. La notizia della sconfitta tedesca arrivò a Londra poco prima della mezzanotte dell'8 maggio 1945 quando gli orologi di Mosca già segnavano la data successiva. Così per gran parte degli ultimi 80 anni le diverse date hanno simboleggiato la divisione di due mondi. Una divisione rimasta abissale fino al 1989. E tornata tale dopo l'invasione dell'Ucraina nel 2022. A pigiare sull'acceleratore della contrapposizione globale ci ha pensato quest'anno Vladimir Putin. Cancellato per sempre il ricordo di una parata che nel 2005 lo vide seduto al fianco del presidente americano George Bush, di quello francese Jacques Chirac e del Cancelliere tedesco Gerhard Schroeder, Putin si è presentato sulla Piazza Rossa al fianco di un manipolo di leader del cosiddetto «sud globale». Un sud che nella rappresentazione andata in scena sotto le torri del Cremlino s'identifica con idee, politiche ed economie in contrapposizione con quelle del cosiddetto Occidente. In quella rappresentazione il presidente cinese Xi Jinping fa da capofila ad una trentina di capi di Stato e di governo in cui si distinguono il brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il venezuelano Nicolas Maduro, il serbo Aleksandar Vucic e - unico tra i leader dell'Ue - il premier slovacco Aleksandar Vucic.

Ma l'uomo simbolo è senza dubbio Xi Jinping. Putin lo fa sedere al suo fianco mentre l'erede di Mao esibisce una coccarda giallo nera con la stella dell'Ordine di San Giorgio, una delle più alte onorificenze militari riservata da sempre agli «eroi della Russia». E all'ormai consueta dichiarazione di «amicizia senza limiti» ripetuta nei comunicati congiunti s'aggiungono gli attacchi di Xi e Putin ai «paesi pronti a capovolgere i risultati della vittoria della seconda guerra mondiale». Una neanche troppo velata accusa ad Europa e Stati Uniti accusati di sostenere un governo dell'Ucraina che Mosca continua a definire «nazista».

Ma anche il sud globale ha le sue contraddizioni. La Russia allineata con le economie dei Brics, simbolo di un «sud globale» in cui gioca anche l'Arabia Saudita, fa ora i conti con il crollo dei prezzi del petrolio voluto proprio da Riad. Un crollo deleterio per un economia russa che fronteggiato le sanzioni soprattutto grazie alle entrate garantite dalle esportazioni di greggio. Ma in questa contrapposizione, già vista ogni qualvolta si è affrontato il tema della guerra, assume particolare rilievo la posizione dell'America di Donald Trump. Nelle prime settimane del suo mandato il Presidente Usa era sembrato schierarsi al fianco del «nemico» russo elogiando Vladimir Putin e sostenendo posizioni che suonavano antitetiche rispetto al suo predecessore. Sulla Piazza Rossa ieri però non si è visto un solo funzionario americano. Un segnale evidente di come la ricucitura sia ancora lontana e tutta da discutere.

Anche perché nelle ultime settimane The Donald si è dimostrato assai meno generoso nei confronti del capo del Cremlino accusato a più riprese di voler continuare la guerra e minacciato di nuove sanzioni. Tutti segnali di come lo scenario globale disegnato ieri sulla Piazza Rossa non sia destinato, almeno nel breve termine, né a capovolgersi, né a migliorare.

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