Torino capitale mondiale del gusto: la "50 Best" premia un locale peruviano

È Maido di Lima il ristorante numero uno. L'Italia piazza sei insegne in classifica

Torino capitale mondiale del gusto: la "50 Best" premia un locale peruviano
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nostro inviato a Torino

È Maido di Lima il ristorante migliore al mondo. Il locale peruviano guidato dal giapponese Mitsuharu "Micha" Tsumura ha battuto Asador Etxebarri, il ristorante basco dello chef Victor Arguinzoniz, che ha portato la brace nell'alta cucina e che conferma il secondo posto dell'anno scorso, e Quintonil di Città del Messico dello chef Jorge Vallejo.

Lo ha deciso la giuria del World's 50 Best Restaurants, considerato l'Oscar della gastronomia globale, che ieri all'auditorium Giovanni Agnelli del Lingotto di Torino ha reso nota la lista dei migliori cinquanta migliori ristoranti mondiali, nella quale figurano sei italiani: Lido 84 di Gardone Riviera dei fratelli Riccardo (chef) e Giancarlo Camanini (in sala), al 16° posto, in discesa rispetto al 12° dell'anno scorso, Reale di Niko Romito a Castel di Sangro al 18° (l'anno scorso 19°), Atelier Moessmer Norbert Niederkofler di Brunico al 20° (nuovo ingresso dal 52° dell'anno precedente), Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba, in lieve salita dal 39° al 32° posto, Le Calandre di Rubano nel Padovano di Massimiliano Alajmo, dal 51° al 31° e Uliassi di Senigallia (chef Mauro Uliassi), l'anno scorso al 50° posto e quest'anno al 43°. Alla lista va aggiunta la bravissima chef canadese ma italiana di adozione Jessica Rosval, che guida la cucina del Gatto Verde di Massimo Bottura a Modena, l'unico ristorante italiano nella lista 51/100, al posto 92. ULa Rosval è la prima donna chef di un locale italiano a finire in classifica dopo i fasti di Nadia Santini del Pescatore che risalgono a diversi anni fa.

Un risultato agrodolce per la pattuglia italiana. Da un lato infatti si salutano i sei ristoranti nella top 50, record eguagliato, ma dall'altro era da diversi anni che il primo degli italiani non era così in basso. Ma va detto che il vero boom dei ristoranti italiani si verificherà l'anno prossimo, quando verranno raccolti i frutti del lavoro di marketing territoriale seminato quest'anno. In occasione della 50 Best infatti per cinque giorni i migliori chef del mondo e i più rinomati critici gastronomici internazionali battono il territorio mangiando nei ristoranti e quindi molti voti arriveranno nel 2026 da parte dei 1.080 giurati che esprimono le loro preferenze in tutto il mondo e che sono tenuti a indicare dieci preferenze tra le quali almeno tre fuori dalla loro regione geografica di competenza.

L'Italia ha vinto due volte il premio di migliore ristorante del mondo, in entrambi i casi con l'Osteria Francescana di Massimo Bottura, nel 2016 e nel 2018, prima che una regola controversa introdotta nel regolamento nel 2019 impedisse a chi avesse vinto la manifestazione in precedenza di entrare di nuovo in classifica, introducendo una sorta di "hall of fame" (The Best of the Best) che da quest'anno annovera anche Oriol Castro, Eduard Xatruch and Mateu Casañas, i tre chef del ristorante Disfrutar di Barcellona, migliore ristorante del mondo l'anno scorso

La 50 Best viene considerata una lista un po' alternativa rispetto alle valutazioni della Michelin, preferendo di solito premiare ristoranti più informali e avanguardisti rispetto alla "rossa" francese, che predilige un certo classicismo. Per questo non sono mai figurati nelle 23 edizioni della 50 Best tristellati italiani come Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo, La Pergola di Heinz Beck e Da Vittorio della famiglia Cerea.

L'Italia ha ospitato per la prima volta questa manifestazione, che si calcola porterà un indotto diretto di 5 milioni tra trasporti, pasti e notti in albergo per i 1200 invitati e un indotto "indiretto" in termini di valore equivalente pubblicitario ben più alto. Il caso a cui riferirsi è quello di Valencia 2023, che "guadagnò" l'equivalente di 106 milioni di dollari grazie ai 12mila articoli pubblicati e agli 89 milioni di "impression" sui social.

Inoltre l'intero comparto agroalimentare e turistico italiano potrà avvantaggiarsi di questa manifestazione internazionale nel momento in cui deve prendere forza la candidatura della cucina italiana a patrimonio Unesco.

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