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"La Torino-Lione è necessaria a tutta l'Europa. Al Sud servono le infrastrutture, non i sussidi"

L'architetto: «Ho realizzato progetti in Italia finché ho capito che il Paese aveva perso la fiducia. Il governo gialloverde non mi piace. Salvini? Resta un furbo di periferia»

"La Torino-Lione è necessaria a tutta l'Europa. Al Sud servono le  infrastrutture, non  i sussidi"

Lavora? «Non ho mai smesso». Viaggia? «Mi fa male. Sento la fatica nel corpo, ma quando posso ci provo». A 91 anni, l'architetto Vittorio Gregotti dirige e disegna, sorride e non si scoraggia: «Di certo non mi faccio prendere dallo sconforto e dalla malinconia». Il suo studio si trova a Milano nel quartiere Sant'Ambrogio che è silenzioso e geometrico. Qui Gregotti si protegge: «Guardo poca televisione e non per snobismo, ma per evitare di ascoltare le urla di chi è convinto di sapere tutto per non dovere ammettere di non sapere nulla».

Si può dire che ha costruito l'Italia?

«In parte si può dire. Ho costruito tantissimo e non solo in Italia. Ci sono riuscito fino a quando è stato possibile. Oggi in questo Paese si è smesso di costruire per mancanza di denaro ma soprattutto per sfiducia».

E forse si è anche smesso di pensare che le opere possano essere «grandi».

«A volte non sono grandi ma semplicemente necessarie. Bisognerebbe iniziare a chiamarle così. A volte vengono chiamate grandi solo per confondere e distrarre. È questa la grande opera di distrazione di massa».

La Tav è un opera grande o necessaria?

«La Tav è un'opera necessaria. Ed è anche complessa come lo sono le imprese importanti che non possono essere valutate solo in termini di denaro».

Per impedire il completamento, si moltiplicano le analisi e gli ingegneri assomigliano ormai ai medici riuniti al capezzale di Pinocchio.

«E si accumula un ritardo inutile. È l'unico treno che non è ancora partito ma che ha già fatto solo fermate».

Bisognerebbe spiegare che la Tav non riguarda Italia e Francia ma un continente intero.

«Ma solo qui diventa mini Tav e ogni giorno si amplia l'analisi e si disfa l'analisi. Le opere devono essere giudicate pensando alla loro carica storica e al beneficio che arrecano ai popoli. Ho come la sensazione che con la Tav si stiano prendendo in giro gli italiani per impedire loro di vedere altri guai».

Stiamo diventando un paese che combatte la modernità?

«Il M5s la combatte e per ragioni illogiche. I suoi no sono no a prescindere ma sono no che ricattano un Paese».

Che idea si è fatto del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli?

«L'idea di un ministro che cerca in ogni modo di prendere tempo, di tirare avanti. Trovo drammatico che non si parli di nuove autostrade, di nuovi collegamenti per il Sud».

Per il Sud è stato varato il reddito di cittadinanza.

«Mi può pure stare bene una sovvenzione, un aiuto. Peccato che al Sud ci sia il vuoto. Che dopo questa misura nel Sud ci sarà la possibilità di sopravvivere è chiaro, ma che ci sia anche la possibilità di trovare lavoro è tutto da vedere».

Non hanno abolito la povertà?

«È l'idea più astratta che abbia mai sentito».

Non le piace questo governo?

«Chiaramente non mi piace ma mi spingo a dire che non piace neppure agli italiani. Mi sembra che stia emergendo. Gli italiani cercano alternative senza purtroppo trovarle».

Alle ultime elezioni, in Sardegna, il M5s ha iniziato a perdere voti.

«Non hanno classe dirigente. Sono impreparati e non competenti. Nelle amministrazioni locali sono un disastro».

Sono convinti di durare tanti anni e di essere la nuova classe dirigente.

«Questa non è classe dirigente. Perfino il più furbo di questo governo, Matteo Salvini, rimane un furbo di periferia».

È preoccupato per i suoi nipoti?

«Lo sono ma sono anche fiducioso. Fra qualche anno potrà cambiare tutto. Sono uomini politici che non sono sufficientemente all'altezza. Svaniranno e forse ce ne dimenticheremo. Credo ancora di vivere per vederlo».

Sicuramente.

«Ho tanto lavoro da finire...

».

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