Tracce di Sempio accanto a Chiara. E lui non va dai pm: "È guerra"

Clamorosa svolta nel caso: il nuovo indagato evita l'interrogatorio. La sua legale sui social si appella a un vizio di forma. Ma Poggi lo scagiona. Stasi in Procura

Tracce di Sempio accanto a Chiara. E lui non va dai pm: "È guerra"
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nostro inviato a Pavia

Non si presenta in Procura Andrea Sempio. Lo aspettavano tutti ieri alle 14 a Pavia per il primo interrogatorio come protagonista e neo indagato per omicidio nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco. Alle 14 era previsto infatti il doppio e contemporaneo interrogatorio del 37enne - il cui alibi presenterebbe vistosi buchi secondo gli investigatori - e, come «testimone assistito» di Alberto Stasi, 41 anni, il fidanzato di Chiara Poggi unico condannato a 16 anni per l'omicidio della ragazza e oggi in stato di semi-libertà dopo avere scontato gran parte della pena.

Ieri Alberto è sfuggito ai microfoni e, tenendo un profilo bassissimo, ha infilato la porta del carraio del tribunale guardando davanti a sé e senza scendere dall'auto guidata dal fedele avvocato Giada Bocellari. L'altro suo legale, Antonio De Renzis, affronta invece i cronisti, davanti all'ingresso principale del tribunale. «Alberto è tranquillo e parlerà, risponderà a tutte le domande. Non so se questa storia verrà riscritta, so solo che la stiamo ridisegnando. Non so dire dove questo disegno ci porterà. Stiamo lavorando, cercando di dimostrare che le cose sono andate in maniera diversa» assicura.

E Sempio allora? Non verrà. Stando ai suoi legali, l'invito a comparire ieri in Procura «è nullo per un difetto di notifica». L'avvocato Angela Taccia, che con il collega Massimo Lovati difende Sempio, prima delle 14 pubblica su Instagram una storia abbastanza significativa: «Guerra dura senza paura». E poi ancora: «Cpp we love you», con un cuoricino di colore blu, dove Cpp è l'acronimo di Codice di procedura penale. Per gli avvocati di Sempio infatti i termini previsti dal codice non sarebbero stati rispettati, ragion per cui l'indagato ha la facoltà di non presentarsi all'interrogatorio. Chiediamo allora a Lovati se dopo il mancato interrogatorio di ieri Sempio potrebbe essere chiamato ancora dai magistrati per un faccia a faccia. Ci risponde: «Vediamo. Abbiamo deciso martedì con Andrea di fare così» ossia di non presentarsi in Procura ieri. «Ora ci attendiamo una nuova convocazione - ha aggiunto - Se poi non dovessimo presentarci ancora il gip potrebbe anche disporre l'accompagnamento coattivo».

Alla stessa ora, in qualità di persona informata sui fatti, hanno iniziato intanto ad ascoltare a Mestre, dove vive, anche Marco Poggi, fratello della vittima e amico di Sempio. Già sentito lo scorso 12 marzo, in realtà ieri Marco è tornato davanti ai carabinieri del nucleo investigativo guidati dal colonnello Antonio Coppola, solo per precisare alcuni dettagli su chi frequentava la sua abitazione, su chi sapeva della sua vacanza con i genitori in Trentino e se aveva confidato che il 13 agosto 2007 sua sorella era sola in casa. Ma Marco ieri avrebbe fatto anche qualcosa in più, con le sue dichiarazioni avrebbe infatti scagionato Andrea Sempio. «Ad Andrea lo lega un'amicizia di lunga data e la convinzione della sua estraneità alla tragica vicenda che ha sconvolto la sua famiglia» ha dichiarato al termine dell'interrogatorio a Poggi il suo legale, Francesco Compagna.

Sereno anche l'avvocato De Rensis alla fine dell'interrogatorio a Pavia di Stasi: «Ho grande fiducia e grande rispetto per chi sta lavorando. Sicuramente è stata una giornata assolutamente positiva».

Nel giorno degli interrogatori in Procura a Pavia sul caso Garlasco, intanto ieri sera la trasmissione di Italia 1 Le Iene ha mandato in onda il racconto integrale di un testimone finora inedito indicato con il nome fittizio di «Carlo» che, poco dopo l'omicidio, aveva incontrato in ospedale una donna di Tromello, ora deceduta, che abitava vicino alla casa della nonna materna

delle gemelle Cappa e che gli riferì di aver notato Stefania Cappa agitata, intenta a entrare nella vecchia casa con una borsa pesante e gettarla nel canale (il Cavo Bozzano, dragato la scorsa settimana dai carabinieri, ndr).

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