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"Traditi dai compagni". Ebrei-sinistra, è rottura

Contestazioni, sfregi e Israele eletto a "nemico". Quello sull'antisemitismo? È l'ultimo voltafaccia

"Traditi dai compagni". Ebrei-sinistra, è rottura
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"Amici di sinistra, compagni di tante battaglie, dove siete finiti?". Candore sofferto nella domanda che Ruth Dureghello (ex presidente della Comunità ebraica di Roma, oggi candidata leader dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane) ha rivolto ai "progressisti" dopo quella giornata tremenda nel corso della quale, a Roma, in uno dei cortei pro Palestina (cioè anti-Israele) guarda caso alla vigilia del 7 ottobre, è stato esposto uno striscione inneggiante all'attacco di Hamas: "7 ottobre giornata della resistenza palestinese". E nessuno (o quasi) ha avuto da eccepire. Nessuno, a sinistra, ha mai niente da ridire. Nessuno in questi mesi ha condannato gli slogan "Intifada", gli striscioni 7 ottobre, i cori "Palestina dal fiume al mare". Batteva le mani a Bari Antonio Decaro, sindaco oggi governatore pugliese. E cantava anche lui.

Gli ebrei italiani sono indignati ma non sorpresi per la piega presa dal Pd, che due giorni fa ha clamorosamente disconosciuto Graziano Delrio (ex ministro e capogruppo) "colpevole" con altri big riformisti di aver proposto un ddl contro l'antisemitismo: "È a titolo personale" l'ha bacchettato il capogruppo Francesco Boccia.

Chi si impegna nel contrastare l'odio contro lo Stato ebraico, da oggi, lo fa "a titolo personale". In realtà non c'è sorpresa nel mondo ebraico. Non è che l'ultimo schiaffo. Solo poche ore prima, Piero Fassino, già segretario del partito e due volte ministro, leader storico della "Sinistra per Israele", ha dovuto subire un'insolenza da Beppe Provenzano, che ha sconfessato la sua visita alla Knesset: "Non si trattava di una missione del Pd", ha precisato il braccio destro di Elly Schlein.

Era in linea, dunque, l'eurodeputata Lucia Annunziata, che a fine ottobre si è "sganciata" dalla delegazione dell'europarlamento invitata a Gerusalemme. La sinistra italiana ha rotto i ponti, non ha più alcun rapporto col prestigioso mondo laburista israeliano, un tempo in prima fila ai congressi socialisti, e la Cgil non ha niente a che vedere con l'Histadrut. E gli ebrei, che tra meno di giorni andranno al voto per eleggere il nuovo Consiglio dell'Ucei e i nuovi vertici della Comunità di Milano, si sentono traditi, pugnalati, da quella sinistra con cui, dopo la Resistenza (quella vera) avevano condiviso un patrimonio di memoria e sentimenti.

Non è che l'ultimo tradimento, quello sul ddl Delrio. Arriva dopo una storia di voltafaccia traumatici di una sinistra che nel suo "dna" ha anche l'antisemitismo di Marx e Stalin. E ricorda quello del 1967, quando Israele - minacciato di subirlo, un genocidio - fu abbandonato dai partiti comunisti occidentali, zelanti esecutori delle direttive di Mosca. Cominciarono a circolare allora parole d'ordine che oggi vanno per la maggiore, come la vulgata odiosa su "Israele nuovo nazismo". Alludeva a questo una vignetta della Pravda kazaka del giugno '67, con Moshe Dayan e Hitler.

"La sinistra ha tradito gli ebrei" ha scritto nel suo testamento il rabbino capo di Milano, Giuseppe Laras. E l'ultimo tradimento è del Pd. Ora l'esito del voto Ucei potrebbe premiare chi rappresenta le piccole comunità, ma nel mondo ebraico italiano, gli umori oggi sono questi. "Se fosse al governo, saremmo in pericolo" ha detto, ma con immagine ancor più cruda, il presidente uscente di Milano, Walker Meghnagi. E non è un caso che Ignazio La Russa in sinagoga sia stato applaudito e Beppe Sala fischiato. O che a Pontida sventoli la Stella di David, o che Maurizio Gasparri (Fi) ieri abbia detto: "Ho parlato con Delrio, abbiamo intenzione di trovare dei punti di intesa".

Il Pd è percepito ormai come antagonista. Per non parlare del resto della sinistra: Avs coi suoi candidati impresentabili e Giuseppe Conte che in un video ha chiesto agli ebrei italiani di prendere le distanze da Israele, di rinnegare lo Stato ebraico. Di rinnegare se stessi in pratica.

La stessa richiesta che prof e ricercatori ebrei si vedono fare nelle università, per non finire "boicottati", o contestati, come capitato a Emanuele Fiano, zittito a Venezia da un collettivo comunista e poi a Bergamo dai Giovani democratici che hanno chiesto al partito di metterlo ai margini del Pd, lui che è figlio di uno dei maggiori testimoni della Shoah, Nedo Fiano.

Resta nel partito, Fiano, non si sa per quanto, ma molti se ne sono andati. Daniele Nahum per esempio, ex presidente dei Giovani ebrei: "Gli antisemiti di sinistra oggi sono i più pericolosi" ha ammesso.

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