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Veleni sul Giurì d'onore: lasciano 2 deputati. Conte: "Compromessa l'imparzialità"

Veleni attorno al Giurì d'onore, incaricato di verificare se la premier Giorgia Meloni abbia leso o meno "l'onorabilità" del leader M5s Giuseppe Conte

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Veleni attorno al Giurì d'onore, incaricato di verificare se, nel dibattito alla Camera, la premier Giorgia Meloni abbia leso o meno «l'onorabilità» del leader M5s Giuseppe Conte (nella foto). La discussione verteva sulla riforma del trattato che ha istituito il Meccanismo europeo di stabilità Mes. Il grillino, sentitosi offeso, ha invocato l'organo della Camera preposto a dirimere la controversia. Il collegio dei deputati s'è quindi costituito e ha iniziato la discussione. Peccato che ieri due membri, Stefano Vaccari (Partito democratico) e Filiberto Zaratti (Verdi), hanno deciso di sbattere la porta accusando il presidente, l'onorevole azzurro Giorgio Mulè. «Il Giurì - scrive Vaccari - deve mantenere un profilo di terzietà e limitarsi ad accertare il fondamento o meno delle accuse rivolte da un parlamentare in aula nei confronti di un altro collega». E ancora: «Invece nella relazione che ci è stata sottoposta sono prevalse alcune motivazioni, ancorché significative, di ordine politico e interpretative che contrastano con la realtà dei fatti accertati e rendono evidente la volontà della maggioranza di avvalorare la versione accusatoria della Presidente Meloni». Dello stesso tenore la lettera di Zaratti.

Giorgio Mulè non l'ha presa bene: «Sono sorpreso e amareggiato. Mai e in nessuna occasione fin dalla prima seduta del 10 gennaio e per le successive sei, gli onorevoli Vaccari e Zaratti avevano manifestato alcuna lagnanza, sollevato alcuna protesta. Al contrario, avevano sempre manifestato spirito collaborativo e istituzionale nell'assolvimento dell'incarico ricevuto».

E pure l'ex premier Conte mette il carico da novanta e chiede, in una lettera al presidente di Montecitorio Lorenzo Fontana, «lo scioglimento del Giurì perché ormai ne è stata compromessa l'imparzialità».

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