Vip e opposizioni uniti solo su Gaza: scaldano la piazza contro il governo e per i referendum

Pd e 5 Stelle si ritrovano pronti a manifestare sul "no" a Israele. Centristi in imbarazzo. Ok di Renzi e Calenda "ma non ci siano bandiere di Hamas o slogan antisemiti"

Vip e opposizioni uniti solo su Gaza: scaldano la piazza contro il governo e per i referendum
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Una sinistra fondata su Gaza. E una piazza anti-Israele come momento fondativo dell'alleanza, trainata dalle estreme. È così che i partiti del «Campo largo» si preparano a sfidare il governo, ritrovandosi su una delle poche questioni che li vedono uniti: il sì allo Stato palestinese (non importa quale e dove) e il no (variamente argomentato) a Israele.

In questo sì, sono uniti tra loro e col loro mondo di riferimento. Ed eccola, la genesi politica di una manifestazione che deve ancora essere definita per contenuti e dettagli, ma ha già un significato politico preciso. Questa piazza nasce con modalità simili a quella «di Michele Serra» a marzo, ma avrà l'esito di una benedizione per una specie di «Italia insoumise», una coalizione nostrana ispirata non ai grandi partiti socialisti europei ma alla sinistra antagonista del francese Jean-Luc Mélenchon. Non a caso, gongola la sinistra radicale e paiono in imbarazzo i settori moderati dell'opposizione e la «Sinistra per Israele», l'esigua area pd sensibile alle ragioni dello Stato ebraico.

La proposta di una manifestazione per i palestinesi e contro Netanyahu è stata lanciata domenica dal direttore di Repubblica Mario Orfeo, mentre Nanni Moretti si scagliava contro Netanyahu. Svelto a coglierla al volo l'ha fatta propria Nicola Fratoianni di Avs e il Pd ha sgomitato per rivendicarne la primogenitura, riallacciandola al progetto di una marcia pacifista «Da Marzabotto per Gaza». Un'altra manifestazione pacifista era già in programma per il 21. Ma prima in agenda ci sono i referendum. E il giorno su cui si potrebbe convergere dovrebbe essere il 7 giugno, la vigilia del voto. Al centro dei contatti in corso tra Pd, M5S e Avs ci sono luogo, data e modalità della mobilitazione, dettagli da definire, come conferma Giuseppe Conte in Transatlantico. Intanto Matteo Renzi (un tempo grande amico di Israele) e Carlo Calenda hanno una posizione simile: si mostrano disponibili a partecipare a patto che non ci siano «bandiere di Hamas», slogan contro gli ebrei e «atteggiamenti antisionisti o antisemiti». No deciso di Luigi Marattin: «Il Partito liberaldemocratico non partecipa a manifestazioni organizzate da partiti che vengono in parlamento con la kefiah». Le perplessità non mancano e qualcuno nota che le vittime del 7 ottobre o di Hamas non sono state ricordate né commemorate, né a Milano né altrove. «Il mio sogno - dice anche l'ex deputata pd Paola Concia - Una manifestazione nazionale indetta da tutti i partiti con tre parole d'ordine: la fine della guerra a Gaza, la liberazione degli ostaggi il disarmo di Hamas».

Ma la ditta Schlein & Conte coltiva altri sogni. Non è il centro che le interessa. E non c'è un altro tema su cui compattare tutto. La guerra di Putin contro l'Ucraina divide il Pd anche al suo interno, oltre che dagli alleati. Sulla crisi israelo-palestinese no, non ci sono distinguo e non ci sono nemici a sinistra. Quindi il programma è cavalcare la mobilitazione proPal senza andare troppo per il sottile. Pd, 5 Stelle e alleati saranno tutti appassionatamente insieme in piazza, e insieme a quell'«indotto» di organizzazioni e sigle (dall'Arci all'Anpi ai sindacati) che rappresentano ormai lo zoccolo duro dell'elettorato su cui Elly Schlein e Conte immaginano di costruire un'opposizione finalmente efficace e un'alternativa almeno elettorale che passi dal referendum, dal voto amministrativo e arrivi alla lunga volata delle Politiche.

Non è passato inosservato il fatto che la più importante vittoria recente sia stata conquistata in Sardegna, con una decisiva spinta alla mobilitazione che arrivò dalle polemiche per l'intervento delle forze dell'ordine a una manifestazione giovanile anti-Israele, con disordini, a Pisa. Il gioco è lo stesso. E sembra fatto.

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