Oggi Ignazio La Russa non andrà a votare per il referendum autonomista in Lombardia. Il parlamentare (nonché fondatore insieme con Guido Crosetto e Giorgia Meloni) di Fratelli d'Italia sarebbe chiamato a esprimere la sua opinione visto che è residente a Milano. «Sono in Sicilia, quindi non voterò» ha spiegato ai cronisti. Ha però aggiunto che se non fosse impegnato nell'isola per la campagna elettorale a favore di Nello Musumeci non avrebbe disertato le urne.
E come avrebbe votato?
«La domanda è ovviamente retorica».
Per quale motivo retorica!
«Perché come si dovrebbe rispondere alla domanda posta più o meno in questo modo: vuoi avere più risorse e maggiore autonomia decisionale su come spenderle? Ogni persona di buon senso risponderebbe sì. Anche lei credo».
Io non sono residente in Lombardia.
«Io come residente sarei andato a votare. Non diserto mai le urne».
Però questa volta, gli impegni siciliani...
«È solo un caso. E comunque anche i suoi colleghi me lo hanno chiesto e a tutti ho dato la stessa risposta. Se fosse possibile nella scheda avrei scritto: sì ma».
Ma non è possibile. E quel «ma» cosa vuol dire?
«Quel ma è un invito alla Lega a cancellare o modificare sostanzialmente l'articolo uno del loro statuto dove dice che il movimento ha per finalità il conseguimento dell'indipendenza della Padania attraverso metodi democratici. Fatto questo primo passo si può parlare di distribuire meglio le risorse e di aumentare l'autonomia».
Solo per la Lombardia e il Veneto?
«Guardi che già anni fa fui promotore di una raccolta firme per chiedere un referendum sull'autonomia di tutte le Regioni. O meglio di tutte quelle Regioni con risorse».
Quindi si considera un autonomista?
«Non proprio. Però non è logico che ci siano Regioni virtuose e magari ricche che spendono di meno e danno servizi migliori di altre».
C'è però chi vede in questo referendum un primo passo verso la secessione.
«E quel qualcuno è uno scemo. Perché non è proprio nello spirito del referendum, come hanno spiegato bene alcuni membri della Lega. Certo dai vertici del movimento mi sarei aspettato maggior intolleranza verso certe uscite infelici».
La Meloni ha assunto una posizione diversa su questo appuntamento referendario. Cosa ne pensa?
«Intanto lei non abita né in Lombardia o in Veneto. E poi è segretario nazionale di un partito. Ma chi crede che le nostre posizioni siano distanti si sbaglia. Giorgia non ha pregiudizi su una maggiore autonomia. Però come me chiede che ci sia un governo centrale forte che possa farsi sempre da garante contro le ingiustizie e le diseguaglianze. E poi un bel referendum autonomista come quello di oggi dovrebbe avere una seconda domanda».
Quale?
«Sul presidenzialismo. In fondo a ben pensarci le differenze con la Lega sono solo sulle questioni istituzionali».
E infatti in Sicilia avete
una lista comune che appoggia Musumeci.«Da domani, una volta chiusa la pratica del referendum, saremo tutti insieme per lo stesso obiettivo. Qui in Sicilia! Solo dieci anni fa questa cosa sarebbe stata impensabile»
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