
C'è una nuova governance globale, o quantomeno è iniziato ieri il tentativo di ribaltare equilibri e assetti politici. Alla 25ª edizione della Shanghai Cooperation Organization (Sco) sono andate in scena le prove generali di Cina, India e Russia (e alleati) che si sono esibite sul copione scritto e diretto da Pechino: mostrare all'Occidente la volontà di percorrere assieme un ampio tratto di strada. Se sarà del non ritorno lo stabilirà la storia, di sicuro la "triplice alleanza" non nasconde mire espansionistiche: si parte dal consolidare le proprie posizioni in Asia, per poi infiltrarsi in Europa e Africa (già ampiamente colonizzata), con la benedizione della Turchia, che continua a giocare su più tavoli, e dell'Iran, che vede nei nuovi accordi un possibile sostegno per ripristinare e ampliare il programma nucleare.
Il desiderio di costruire un canone inverso traspare nettamente dalle parole di Xi Jinping. Il leader cinese ha esortato gli alleati a "opporsi alla prepotenza", rafforzando la cooperazione su sicurezza ed economia. "Dobbiamo contrastare la mentalità da Guerra fredda, il confronto tra blocchi, e promuovere un mondo multipolare eguale e ordinato". Putin, che informerà i leader del vertice Sco sui contatti con Trump, e che ha ringraziato Erdogan per gli sforzi diplomatici sulla questione ucraina, è appiattito alla proposta del suo omologo cinese, e ricorda che "un nuovo e più efficace sistema di governance globale è necessario di fronte ad alcuni Paesi che cercano cocciutamente di esercitare pressione negli affari internazionali". Il riferimento a Usa e Ue è evidente. Il capo del Cremlino ha anche detto di "apprezzare gli sforzi" di Cina e India per risolvere la crisi Ucraina, "non scaturita dall'invasione, ma dal colpo di Stato del 2014 a Kiev appoggiato dagli alleati occidentali dell'Ucraina" e dai tentativi di trascinarla nella Nato. "La Russia aderisce al principio che nessun Paese può garantire la sua sicurezza a spese di altri". Porpio mentre da Mosca, il consigliere del Cremlino per la politica estera Iuri Ushakov, continua a prendere tempo sul possibile vertice Putin-Zelensky: "Non c'è stato alcun accordo tra Putin e Trump su questo". Putin incassa anche il sostegno di Modi dopo un confronto di 50 minuti nella limousine dello Zar: "La nostra stretta cooperazione è importante per entrambi i Paesi, per la pace, la stabilità e la prosperità globali", ha riferito il leader indiano, ribadendo che "le attività commerciali con Mosca continueranno". Un vero e proprio atto di ribellione nei confronti degli Usa dopo l'introduzione da parte di Washington di dazi al 50% sulle esportazioni, in risposta agli acquisti di greggio russo, che l'India continua a rivendicare nel quadro della propria sovranità.
La Sco, nel documento finale, ha messo in guardia contro qualsiasi "interpretazione arbitraria" della risoluzione delle Nazioni Unite sul programma nucleare iraniano, proprio mentre gli europei si preparano a ripristinare le sanzioni contro Teheran. I leader presenti a Tianjin hanno condannato fermamente gli attacchi statunitensi e israeliani contro l'Iran dello scorso giugno (così come quelli di Tel Aviv a Gaza), sottolineando l'inammissibilità di danneggiare le infrastrutture nucleari durante conflitti militari.
Erdogan ha invitato il presidente Pezeshkian (che ha proposto la creazione di un comitato di crisi per il Medioriente) a proseguire i negoziati sul nucleare, potendo contare sul sostegno di Ankara. Nel documento, che parla di diritti e uguaglianza, la Sco mette in chiaro l'intenzione di diventare alternativa al sistema di cui gli Usa sono il perno, e celebra Xi Jinping leader del nuovo ordine.