
C'è una Mantova che si scopre con gli occhi e poi c'è un'altra Mantova, più segreta, che si rivela attraverso le ricette che custodiscono la memoria di una terra generosa. È la Mantova del gusto, dove l'enogastronomia diventa esperienza, emozione, identità. Qui, tra pianure fertili e acque tranquille, la cucina è da sempre parte del paesaggio. Non è solo nutrimento, è cultura popolare e nobile insieme, capace di unire le radici contadine alla raffinatezza delle corti. Sedersi a tavola in questo angolo di Lombardia significa compiere un vero viaggio sensoriale, fatto di sapori intensi, gesti tramandati, stagioni che si sentono nei piatti.
Tutto ha inizio nei campi del mantovano, dove la terra regala ingredienti semplici ma preziosi: la zucca, il riso, il maiale, il pesce di fiume, i legumi. Da questi doni nasce una cucina di carattere, che sorprende per la sua originalità. È il caso del celebre tortello di zucca, un piatto che incanta con il suo equilibrio tra dolcezza e sapidità, arricchito da mostarda mantovana e amaretti. Un contrasto armonico che racconta l'anima creativa e audace del territorio. Accanto a lui, il risotto alla pilota, piatto simbolo della tradizione agricola, unisce semplicità e sapore: riso lavorato a secco, con salsiccia sgranata e una cottura che esalta ogni chicco. È un piatto autentico, che profuma di lavoro nei campi e di pranzi condivisi. Ma la cucina mantovana non è solo primi piatti. Tra le sue specialità spiccano preparazioni antiche come il luccio in salsa, servito freddo con capperi, acciughe e prezzemolo. Un piatto legato ai laghi e ai fiumi, così come gli stracotti, cotti lentamente nel vino rosso, che raccontano il tempo lungo della cucina domestica, quando ogni gesto aveva il suo ritmo. Ed è proprio nel tempo lento che nasce uno dei dolci più amati e iconici del mantovano: la sbrisolona. Il suo nome viene da brisa, briciola, e già dice tutto: è una torta che non si taglia, si spezza con le mani. Croccante, rustica, profumata di mandorle, burro e farina di mais, la sbrisolona affonda le sue radici nella cucina povera, ma fu amata anche dai Gonzaga. Oggi è il simbolo dolce della città, da gustare con un bicchiere di vino da dessert o anche da sola, nella sua essenza più pura. Meno conosciuti, ma altrettanto evocativi, sono i biscotti Filoss. Il loro nome deriva dalla filò, la veglia serale nelle stalle o nelle case di campagna, quando ci si riuniva a raccontare storie, cantare o semplicemente stare insieme. Questi biscotti nascono per accompagnare quei momenti: friabili, delicati, spesso aromatizzati all'anice o al vino, sono una dolce coccola discreta e familiare. Il viaggio nel gusto mantovano non si ferma ai piatti. Le colline moreniche offrono vini armoniosi, come il Lambrusco Mantovano, vivace e profumato, o i bianchi delle Terre del Garda.
I mercati contadini nei borghi, da Sabbioneta a Castellaro Lagusello, raccontano ancora una filiera corta e genuina, fatta di mani che coltivano e trasformano, di sapori che non hanno bisogno di spiegazioni, perché parlano da sé.