Lassessore Francesca Corso è accusato di «una sempre maggior ingerenza nelle funzioni gestionali, con la pretesa di visionare e controllare tutti gli atti di gestione amministrativa prodotti da questa direzione». Premessa di nove paginette fitte di episodi che gettano ombre sulla Protezione civile della Provincia di Milano. A sottoscrivere questa relazione - finita sul tavolo di Filippo Penati, del suo vice Alberto Mattioli, dei capigruppo consiliari e del collegio dei revisori dei conti - è Francesco Italiano, direttore di progetto del settore.
«Sono stato costretto a questatto - spiega - perché non sono in questufficio per scaldare la sedia e rubare lo stipendio». Prassi diventata quotidiana da sei mesi a questa parte, «nel mio passato cè stata la direzione centrale assetto del territorio e quella del Patrimonio: sono un amministrativo che, quindi, risponde alla legge e non certo allassessore Corso capace persino di bloccare lo spostamento di un ufficio perché manca lindirizzo politico». Ma le «ingerenze» assessorili non si limitano solo allaspetto logistico: «Il primo giugno non potremo dare una lira a quelle associazioni di volontariato che attendono con ansia i fondi regionali da noi erogati. Si tratta di 155mila euro - erano 300mila lanno scorso - congelati insieme alla relativa delibera già pronta dal 6 marzo che lassessore non ha ancora portato allesame della giunta». Distrazione? Raggiunta telefonicamente, Corso preferisce non rispondere: «Voglio prima vedere quello che sta scritto».
E, comunque, una risposta scritta lattende il diessino Penati che fa sapere di non conoscere questi risvolti interni allassessorato di via Piceno.
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