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Quante parolacce nel fast food Prima si ride, poi si sbadiglia

Ci sono voluti dodici anni per decidere di rimettere in circolazione Dante e Randall, gli antieroi di Clerks (1994), che il ventitreenne, allora, Kevin Smith aveva ideato e diretto. Un film a budget quasi zero, sulle vicende dei due commessi di due negozi adiacenti, un videostore e un piccolo emporio nel New Jersey. Dodici anni dopo i due sono al punto di partenza, vale a dire che lavorano entrambi in un modesto fast food, di proprietà di una ragazza bella, intelligente e curiosamente innamorata di Dante. Adagiati su una filosofia il cui epicentro è l’empirismo dei vent’anni, che i due non hanno più, seguitano a sparare stupidaggini talvolta divertenti, ma sempre nel segno di una volgarità giovanilistica, disinibita, scatologica, sessista e reazionaria. Il dialogo torrentizio, specie di Randall (Jeff Anderson), è un delirante monologo sui minimi sistemi, con i soli bersagli di una sessualità repressa e un non far nulla che non ha alcuna dimensione filosofica o letteraria. Certo, non è difficile sorridere talvolta alle panzane che i due amiconi si rimandano l’un l’altro, in un gioco di superficie nel quale l’intromissione del personaggio della proprietaria del negozio, la fulgida Rosario Dawson, è del tutto incongruo, del tutto separato dalle intenzioni, qualunque siano dei due farfalloni, stavolta solo patetici ultratrentenni inconsapevoli del loro fallimento. Girato stavolta a colori, Clerks 2 è un esercizio su una corda sola che finisce per stancare nell’accumulo di volgarità inaudite, di certo indirizzate a un compiacente pubblico giovanile.

Appare l’amicone Ben Affleck ad avallare con la sua fulminea presenza l’ennesima scorrettezza di Kevin Smith dopo il vergognoso Dogma (1999).

CLERKS 2 (Usa, 2006) di Kevin Smith, con Brian O’Halloran, Jeff Anderson. 98 minuti

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