Riforme, Berlusconi incontra Bossi ad Arcore

Dopo le elezioni governo al lavoro. Sul tavolo del vertice federalismo e presidenzialismo. Alfano studia la riforma della giustizia: rivista la normativa che stabilisce i poteri e l’assetto della magistratura

Riforme, Berlusconi incontra Bossi ad Arcore

Roma - Subito la riforma delle intercettazioni, poi, a tappe forzate, la revisione del titolo IV della Costituzione e la modifica degli articoli dal 103 al 113 della Carta e finalmente l’approdo, per dirla con le parole del presidente del Consiglio, "all’assoluta parità tra l’avvocato della difesa e quello dell’accusa". Insomma, una riforma della giustizia a tutto tondo, quella che la maggioranza sta studiando da oltre un anno e che adesso, dopo le regionali e la pausa pasquale, si appresta a realizzare. E proprio il "dossier riforme" sarà all'ordine del giorno dell'incontro di oggi tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il laeder del carroccio, Umberto Bossi.

Stretta sulle intercettazioni Punto primo del piano è la riforma dell’utilizzo delle intercettazioni. Il testo, dopo l’approvazione a Montecitorio l’11 giugno del 2009, è rimasto fermo in commissione Giustizia al Senato fino all’inizio della campagna elettorale, quando, dopo numerose audizioni e una pioggia di emendamenti da parte dell’opposizione, il presidente Filippo Berselli ha promesso un esame rapido e l’approdo in Aula ad aprile. Berlusconi, coinvolto nell’inchiesta di Trani, in campagna elettorale è tornato a spolverare il tema, sottolineando in ogni comizio che "è uno scandalo che le telefonate private dei cittadini vengano sbattute in prima pagina". Dopo la vittoria del centrodestra alle urne, tutto è pronto, secondo i consiglieri giuridici del premier, per l’auspicato giro di vite sulla pubblicazione dei brogliacci di intercettazione e sulla limitazione del ricorso a questo strumento d’indagine. Mano tesa, però, verso l’opposizione sul merito della riforma: il Guardasigilli Angelino Alfano, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha infatti aperto all’ipotesi di modificare il testo, cancellando l’aggettivo "evidenti" dal comma che consente l’uso delle intercettazioni soltanto a fronte di "evidenti indizi di colpevolezza". Insomma, disponibilità a ridurre le limitazioni in cambio della velocità nell’esame del provvedimento, che il Guardasigilli e il premier vogliono "legge dello stato entro giugno".

La riforma del processo penale Il ministro della Giustizia ha infatti già presentato anche un altro disegno di riforma, dedicato al processo penale, che dovrebbe essere rispolverato e portato a rapida approvazione. E' qui che si annida uno dei punti di maggior contrasto tra maggioranza e magistratura, visto che il progetto di Alfano prevede lo scioglimento del rapporto preferenziale tra pm e polizia giudiziaria e che quindi, per i magistrati, porterebbe all’impossibilità, per il magistrato, di avviare in proprio l’azione penale. A chiudere il cerchio delle riforme in materia di giustizia, infine, in cdm dovrebbe approdare dopo Pasqua il primo testo di una riforma completa della magistratura, con la separazione delle carriere e la modifica del Csm. La materia è complessa e le "bozze", in questi mesi, si sono accumulate le une sulle altre.

La divisione delle carriere L’obiettivo finale è quello di rivedere integralmente l’intera normativa costituzionale che stabilisce i poteri, le prerogative e l’assetto della magistratura, con doppia lettura a Camera e Senato ed eventuale referendum confermativo se la riforma non avrà la maggioranza dei due terzi del Parlamento. In buona sostanza, i cardini della riforma saranno la separazione delle carriere e il conseguente splittamento del Csm in due organismi, con in più, come anche ipotizzato dal responsabile riforme del Pd, Luciano Violante, la creazione di un organismo disciplinare a se stante per gestire gli illeciti compiuti dalle toghe, eletto in parti uguali dai magistrati, dal presidente della Repubblica e dal Parlamento.

Ad Arcore incontro Berlusconi-Bossi Berlusconi vedrà ad Arcore il Senatùr. Il consueto "caminetto" di Villa San Martino è stato infatti spostato a martedì per la concomitanza con la festività pasquale. Un "bilaterale" importante, quello di domani perchè apre la fase di confronto interno al centrodestra in vista dell’avvio della stagione delle riforme (successivamente il Cavaliere, al suo rientro a Roma, vedrà anche Gianfranco Fini). Come ha infatti sottolineato oggi il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, prioritario è individuare una linea comune nella coalizione (tra Pdl e Lega) prima di estendere il confronto all’Udc e al Pd. Per il Pdl è necessario dunque sciogliere alcuni nodi per poter poi procedere oltre senza intoppi. E tra le questioni in sospeso c’è, tra l’altro, il destino del ministero dell’Agricoltura. Bossi rivendica alla Lega quel dicastero lasciato libero da Zaia eletto governatore del Veneto (si fa il nome del capogruppo al Senato Federico Bricolo) e non ne vuole sapere della staffetta con il Pdl (Galan). Ma Ignazio La Russa in un'intervista di ieri ha sferzato la Lega: "Deve rispettare i patti ed essere meno avida. E i patti sono che il sindaco di Milano e il ministero dell’agricoltura spettano al Pdl".

Riforma federale e presidenzialismo E' probabile che nell’incontro si discuterà anche del doppio binario federalismo-presidenzialismo. Ma il senatur ha già fatto sapere che le due riforme posso camminare di pari passo senza alcun problema. E così pure la riforma della giustizia che molto sta a cuore al Cavaliere.

Non è escluso che il discorso cada anche sui contenuti dell’intervista rilasciata ieri da Roberto Calderoli al Sole 24 ore, nel corso della quale ha tra l’altro detto che per il 2013 vede Berlusconi al Quirinale e un leghista o un amico della Lega a palazzo Chigi. I nomi? Nell’ordine, Tremonti, Maroni, Letta.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica