Riforme, Bersani e D'Alema "aprono" a Fini

Il segretario del Pd strizza l'occhio a Fini per le riforme. E D'Alema: "Il vero ostacolo è Berlusconi". Poi Bersani preannuncia una durissima battaglia in parlamento contro il ddl sulle intercettazioni. E Di Pietro: "Favorisce la mafia, faremo un referendum". Vendola attacca il Pd: "E' in stato confusionale"

Riforme, Bersani e D'Alema "aprono" a Fini

Roma - Preannuncia battaglia il segretario del Pd. Il nuovo scontro in parlamento che l'opposizione vuole scatenare è sul ddl intercettazioni. Bersani lo spiega in un'intervista a Rainews24: "Fin qui il testo sulle intercettazioni è insufficiente" e il Pd, se non cambierà la norma, farà una "opposizione dura". "Hanno fatto qualche limitato passettino, peraltro contraddetto da articolazioni della norma che non sono potabili".

Strumento non va indebolito Per Bersani una cosa è chiara: "non possiamo in nessun modo indebolire uno strumento che tutti quelli che sono sul fronte della mafia e della lotta alla criminalità dichiarano essere uno strumento formidabile ed essenziale". Per il segretario del Pd se è giusto evitare la pubblicazione di stralci che nulla c’entrano con le indagini, "non possiamo certo arrivare a delle limitazioni tout court del diritto all’informazione".

"Patto anche con Fini per le riforme" Un patto repubblicano, anche con Fini, per varare riforme ancorate alla Costituzione: è quanto propone Bersani sulla scia della proposta lanciata per primo da D'Alema. "Fini - spiega il segretario del Pd - solleva problemi veri ma dentro uno schieramento dove è impossibile risolverli. Noi aspettiamo la coerenza del suo strappo in particolare su economia, giustizia e intercettazioni".

D'Alema: l'ostacolo è il premier "La posizione di Berlusconi è l’ostacolo vero, fin qui, a fare un dialogo vero", ha detto Massimo D’Alema intervistato da Skytg24. "La retorica delle riforme è fastidiosa - ha detto l’esponente Pd - perché poi nessuno spiega quali sono le riforme che si dovrebbero fare. Tutti vogliono fare le riforme senza dire quali, innanzitutto il governo che non ha presentato alcuna proposta. Non si capisce bene di cosa si parli". Inoltre, afferma D’Alema, "per fare le riforme bisogna avere un dialogo vero. Un dialogo rispettoso anche degli altri. Per noi la principale questione istituzionale è cambiare una legge elettorale ingiusta che impedisce ai cittadini di scegliere i loro deputati. Siccome il presidente del Consiglio ci ha detto non se ne parla neanche, se il dialogo comincia così, cioè che se c’è un problema che l’opposizione pone, il capo del governo risponde che non se ne parla neanche... il dialogo comincia male".

Di Pietro: "Referendum" Anche l’Idv voterà contro il ddl sulle intercettazioni e intanto valuterà se presentare un referendum o una legge di iniziativa popolare per fermarlo. Lo dice Antonio Di Pietro in un’intervista all’Unità. "L'idea di rivedere lo strumento delle intercettazioni è sbagliata in sé, perché la magistratura e le forze dell`ordine in questi anni hanno fatto fronte alla criminalità organizzata proprio grazie a questo. Si parla tanto di riforme, di occupazione, difesa dell`ambiente, e invece si occupa il parlamento solo per fare leggi ad uso e consumo della criminalità, sempre i soliti colletti bianchi. E con questo ddl si favorisce la mafia". Per quanto riguarda le norme che limitano la pubblicazione l’ex pm aggiunge: "Non solo è immorale, ma incostituzionale. Il cittadino non solo ha il diritto di sapere perché un magistrato procede e se lo fa correttamente, ma ha diritto di conoscere fatti che riguardano amministratori pubblici".

Vendola contro il Pd Ma nella sinistra c'è anche chi coltiva altre ambizioni e non ci sta, all'idea di un Cln per salvaguardare la Costituzione e evitare derive plebiscitare "arruolando" nell’impresa Gianfranco Fini "è un sintomo evidente dello stato confusionale della leadership del centro sinistra", attacca il governatore della Puglia e portavoce di Sinistra Ecologia e Libertà a margine della raccolta di firme per il referendum sull’acqua pubblica. "Proponendolo - aggiunge Vendola - si fa un danno a Fini perché lo si coopta a ruolo di quinta colonna del centro sinistra". "Ma come si fa? Fini è uno dei più autorevoli esponenti della destra e oggi incarna un’opzione politica di destra europea, liberista, ma con tratti di cultura della tolleranza e della laicità dello stato e della politica. Io sono contento che a destra ci sia un filone che non sia fondamentalista, che non sia nemico della laicità e abbia sensibilità per i temi civili. Ma stiamo parlando di Fini, di un grande leader della destra con cui si può discutere degli assetti istituzionali, di come difendere le libertà civili. Trovare delle sintonie con Fini su questi temi, non significa avere la propensione ad allearsi con lui. L’Italia - conclude Vendola - è in crisi perché a volte sembra un mulinello impazzito, con un vortice di parole insignificanti che confonde".

Il Pd replica: abbi più rispetto "Non sappiamo quale film stia vedendo Nichi Vendola. Il Pd è l’unico partito che con trasparenza e chiarezza guarda ai problemi che si sono aperti nel Pdl su fatti importanti, senza inseguire le alchimie cui Vendola fa riferimento.

Consigliamo poi al presidente della Regione di avere più rispetto per la verità dei fatti e per il principale partito della coalizione di governo in Puglia", risponde il coordinatore della segreteria del Pd, Maurizio Migliavacca.

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