Stupro di gruppo. Gli audio choc degli indagati ai genitori: "Se semo divertiti"

Lo stupro risale alle notte di Capodanno. Tre ragazzi sono accusati violenza sessuale ai danni di una 17enne. I genitori degli indagati difendono i figli: "Colpa della famiglia di lei"

Stupro di gruppo. Gli audio choc degli indagati ai genitori: "Se semo divertiti"

Uno stupro di gruppo dai retroscena agghiaccianti, proprio come l'aggressione avvenuta la notte di San Silvestro in Piazza Duomo a Milano. Se non fosse che nel caso della 17enne abusata dal branco durante una festa in villa a Primavalle (Roma) c'è un aggravvante in più. I genitori dei tre ragazzi indagati per violenza sessuale erano a conoscenza dei fatti. Anzi, hanno preso le difese dei propri figli: "Colpa dei genitori di lei", emerge da una telefonata intercorsa tra uno dei giovani sott'accusa e la madre.

Lo stupro

I fatti risalgono alla notte di Capodanno del 2021, all'interno di una villa in via del Podere Fiume, nel quartiere Primavalle, a sud della Capitale. C'è una festa in corso a cui partecipano decine di giovani. Girano parecchi superalcolici ed anche droga. Droga a fiumi tra hashish, stupefacenti e cocaina. C'è persino il Rivotril (un farmaco a base di benzodiazepine). I ragazzi fumano canne e bevono a gogo quando, a un certo punto della serata, accade l'impronosticabile. La 17enne, figlia di un diplomatico spagnolo, viene trascinata in camera da letto dal branco: tre ragazzi, il più vecchio ha 21 anni. La ragazza subisce atroci torture finendo per ritrovarsi, al mattino successivo, coi vestiti insaguinati e il corpo completamente tumefatto. Realizzerà di essere stata abusata solo nel tardo pomeriggio decidendo di denunciare l'episiodio ai carabinieri il giorno seguente.

Gli indagati

I responsabili dello stupro sono stati tutti indentificati e sottoposti a misura cautelare circa una settimana fa. I tre ragazzi, di età compresa tra i 19 e i 21 anni, sono accusati di violenza sessuale aggravata (l'aggravante gli è stata contestata per la giovane età della vittima). Per due di loro, Claudio Nardinocchi e Patrizio Ranieri, sono scattati gli arresti domiciliari. Per il terzo indagato, invece, è stato disposto l'obbligo di firma e il divieto di allontanarsi dalla Capitale. Secondo l’accusa "sono gravemente indiziati, a vario titolo, di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo aggravata, perché perpetrata nei confronti di una ragazza minorenne, in condizione di inferiorità psico-fisica in quanto sotto effetto di stupefacenti, durante una festa privata". L’indagine dei carabinieri, condotta con intercettazioni telefoniche ed ambientali, si è conclusa ad aprile 2021. "La ragazza - scrive il gip Tamara De Amicis in uno stralcio dell’ordinanza rilanciata sulle pagine de La Repubblica questa mattina - è stata abbandonata a un destino di dolore".

Gli audio

Se da un lato ci sono le deposizioni della giovane, che racconta tutto l'orrore di una notte interminabile, dall'altro ci sono gli audio raccapriccianti dei tre responsabili dello stupro. Ignari di essere intercettati dai carabinieri, conversano tranquillamente tra loro. Sono passati 20 giorni dalla violenza sessuale, i ragazzi sono già stati convocati in caserma e la loro unica preoccupazione è far sparire le "prove" dell'accaduto. Il più giovane di tutti parla con Nardinocchi al telefono rivelandogli di essersi confidato con la madre: "Io te dico... - avrebbe riferito al genitore - io una me la so proprio... Proprio a divertime, mà". Ma è soltanto la punta dell'iceberg.

I genitori sapevano?

Per gli inquirenti i genitori dei ragazzi erano al corrente dei fatti. In una telefonata tra uno degli indagati e la madre le prove dei sospetti: "Stavamo io e lei dentro a'n bagno e ba... uno pure se fosse... me voi beve (arrestare ndr)? Ecco famme una multa e beveme (arrestami ndr) perché stavo a un altro Comune e perché ho portato l'alcolici che so minorenne e pure gli stupefacenti". La colpa, a detta dei giovani, è della vittima e dei familiari che l'hanno convinta a denunciare: "Giuro che io vado a pijà sto pezzo de merda e gli sparo 'nfaccia". Il padre, invece, viene intercettato mentre suggerisce al figlio: "Quel tizio che s'è comportato male o annate a pijà a casa".

Le intercettazioni choc

La colpa è della vittima anche per l'altro indagato, Claudio Nardinocchi. "Capito che te vojo dì? - emerge dalla trascrizione di una intercettazione rilanciata da Repubblica.it - Cioè, tu manni tu fija a 16 anni, cor lockdown, oltretutto che 'n abiti manco qua a 'na festa e poi, er giorno dopo, te sveji (svegli ndr) e denunci? Ma che sei infame? Cioè, così sei proprio un vile, un verme, un miserabile". Dunque il "verme" sarebbe chi ha denunciato lo stupro. I ragazzi sono certi di sfangarla ritenendo che le responsabilità ricadranno solo su Patrizio Ranieri.

"Lo sai qual è stato il guaio suo? - commenta il minore -Che è uscito dalla stanza co'a maglietta insanguinata e la sventolava. Così, quello...gli è partito 'stupro'. Hai capito?". Poi le rassicurazioni finali: "Loro mi hanno detto che l'unica cosa che poi pijà te è falsa testimonianza, ste cose così".

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