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Ru486, Vaticano: estendere obiezione coscienza

Il Pontificio consiglio per la famiglia esorta "a mettere sempre in primo piano il grande 'sì' alla vita umana in tutta la sua pienezza e solo in secondo piano i 'no' che pure è necessario pronunciare". Il ministro Fazio ricorda che anche la Ru486 è "soggetta alla legge 194"

Ru486, Vaticano: estendere obiezione coscienza

Roma - "In nome della libertà per tutti, del pluralismo culturale e della sussidiarietà sociale bisogna rivendicare fermamente, sia per le persone sia per le istituzioni, il diritto all’obiezione di coscienza contro l’aborto e l’eutanasia, diritto non ancora riconosciuto in molti Paesi". Il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, si rivolge direttamente ai delegati delle associazioni pro life il porporato ha chiesto un approccio pastorale, esortando "a mettere sempre in primo piano il grande 'sì' alla vita umana in tutta la sua pienezza e solo in secondo piano i 'no' che pure è necessario pronunciare".

L'appello della Santa Sede Per evitare fraintendimenti, la Santa Sede ha spiegato che bisogna "inserire i delitti di aborto e di eutanasia nel più ampio contesto dei molteplici delitti contro tutti i diritti fondamentali dell’uomo". E' un invito a giocare d’anticipo, a fare pressing contro "i comportamenti, le iniziative e le leggi eticamente riprovevoli", diffondendo "la conoscenza e la pratica dei metodi naturali di regolazione delle nascite, per prevenire la scelta della contraccezione". Contro l’aborto, poi "occorre promuovere il sostegno alla maternità, in nome non solo del diritto alla vita, ma anche del diritto della donna a una effettiva libertà di scelta".

Fazio: "Serve il ricovero" Sulla Ru486 il ministro della Salute Ferruccio Fazio, ha puntualizzato che "l’aborto chimico è a tutti gli effetti un aborto, è soggetto alla legge 194 e quindi necessita di ricovero dal primo giorno come prescritto, appunto, dalla legge". "L’aborto chimico è a tutti gli effetti un aborto, che necessita un ricovero come prescrive la legge 194. Per il Consiglio superiore della Sanità la Ru486 non è un farmaco da banco. Come, del resto, per l’aspirina non è previsto alcun ricovero". "Quando penso a quanto accaduto ieri a Bari - ha aggiunto Fazio - penso alla donna che ha affrontato quel passo, e penso che ogni polemica sia superflua.

Occorre perciò abbassare i toni".

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