Salta la corrente, si fermano sette convogli In ottocento bloccati al buio e al freddo

Un’odissea che è sembrata non finire mai. Ottocento persone, martedì notte, sono rimaste bloccate a Lodi su treni che si sono fermati senza più corrente, quindi senza luci e riscaldamento, hanno aperto le porte e hanno abbandonato al loro destino, per poco meno di 10 ore, viaggiatori disperati.
Tutto inizia appena dopo le 23. Già da due ore i convogli che passano dal capoluogo devono attaccarsi a due pantografi, invece, che all’unico usato di solito, e decelerare al massimo per poter passare la stazione, tra lampi accecanti delle scariche generate da pantografi a contatto con il ghiaccio sui fili dell’elettricità.
Ad un certo punto è lo stop generale, dal blocco improvviso dell’Eurostar Livorno-Milano tra le stazioni di Secugnago e Lodi. Dalle parte opposta è in arrivo il Milano-Crotone. Che si blocca a Lodi. Da lì in poi, fermo totale per altri 5 convogli. Uno dietro l’altro. Sono il Piacenza-Greco Pirelli, il Greco Pirelli-Piacenza, il Piacenza-Milano Centrale, il Mantova-Milano Centrale e il Lecce-Milano Centrale. A bordo saltano improvvisamente luce e riscaldamento. Le persone sobbalzano, urlano. Poi cercano di confrontarsi. Sperano che tutto torni alla normalità in pochi minuti. Ma non sarà così.
Inizia, infatti, la lunga notte al gelo lodigiano. Le porte dei treni, dopo 10 minuti di fermo, si aprono. La gente scende alla spicciolata sulle banchine di Lodi, Secignago, Tavazzano e Casalpusterlengo. A decine tentano di rifugiarsi nei locali delle stazioni. Ma anche qui regna il gelo più assoluto. Qualcun altro, invece, tenta di sdraiarsi sui sedili degli scompartimenti. Tanti bimbi piangono, altri urlano. Tutti hanno un gran freddo e, ora dopo ora, rabbia e disperazione. È quasi un’ora dopo, quando sul posto arrivano polizia e carabinieri. Allertato il 118, che poi non interverrà. Poi, alla spicciolata, arrivano volontari della Protezione civile e della Croce Rossa Italiana. Alberto Panzera, capo della Protezione civile di Lodi racconta: «Siamo arrivati sul posto e quello che ci ha colpito è una marea di gente che si muoveva tutta insieme tra i lamenti più diversi. Abbiamo portato noi tè bollente e abbiamo iniziato a distribuirlo subito. Poi anche coperte e cibo». L’aria era pungente da quanto era gelata e c’era chi, non prevedendo un disastro simile nemmeno lontanamente, era anche senza guanti o senza cappello. Il presidente Pietro Foroni, per la Provincia di Lodi, ha fatto attivare bus navette che hanno portato, dopo qualche ora di fermo, diversi viaggiatori a Milano e a San Donato Milanese, al terminal MM3. La linea, nel Lodigiano, è stata ripristinata alle 8.30. Ma fino alle 11.30 non si è tornati alla normalità. «Impossibile prevedere una cosa simile» si difendeva Trenitalia ieri mattina.

Allora scatta la domanda: «E per i prossimi giorni?». «La stessa cosa - risponde l’azienda - potrebbe accadere di nuovo». Lo sappiano, allora, viaggiatori occasionali e pendolari: il bis potrebbe andare in scena ancora.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica