Dieta GAPS, a cosa serve e quali sono i benefici

Secondo questo regime alimentare esiste una connessione tra lo stato di salute del cervello e l'insorgenza di alcune patologie psichiatriche e autoimmuni

Dieta GAPS, a cosa serve e quali sono i benefici

La dieta GAPS, acronimo di "Gut and Psychology Syndrome" - "Sindrome Psico-Intestinale", è un regime alimentare secondo il quale esiste una stretta relazione tra lo stato di salute dell'intestino e la funzionalità del cervello. Può essere quindi considerata una terapia naturale in grado di aiutare coloro che soffrono di determinate problematiche psichiatriche e neurologiche a migliorare il proprio benessere psicofisico. In particolare la dieta GAPS è ideale per tutti quei soggetti affetti da depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, dislessia, autismo, schizofrenia, deficit di attenzione e iperattività.

A idearla, circa 30 anni fa, fu la neurologa e nutrizionista Natasha Campbell-McBride i cui studi evidenziarono delle connessioni tra difficoltà di apprendimento e disagi psichici vari con un ecosistema batterico squilibrato del tratto gastrointestinale. Obiettivo della dieta GAPS è, dunque, quello di disintossicare l'intestino in maniera graduale. Scopriamo insieme come anche se è bene precisare che attualmente molti scienziati non riconoscono i benefici della dieta GAPS

Dieta GAPS, la relazione tra cervello e alimentazione

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In principio fu il dottor Michael D. Gershon della Columbia University a elaborare la cosiddetta teoria dei due cervelli in base alla quale l'intestino, costituito da oltre cento milioni di neuroni che regolano ansia, tensioni e stress di varia origine, può essere considerato un vero e proprio secondo cervello. Nel corso del tempo la scienza ha approfondito questo argomento e ad esso è collegata la stessa dieta GAPS. È stato dimostrato che numerose patologie cerebrali e autoimmuni sono causate da una condizione di intestino permeabile.

Si definisce tale un intestino caratterizzato da pareti fortemente permeabili che consentono una comunicazione tra lo stesso e il flusso sanguigno. Sostanze tossiche, chimiche, microrganismi e proteine parzialmente digerite così, entrando in contatto con il sangue, influenzano le funzioni cerebrali e predispongono alla comparsa dei disturbi che abbiamo poc'anzi citato. Sono quindi tre le finalità che la dieta GAPS si propone: risanare le pareti intestinali, ripristinare il microbiota e riequilibrare l'asse intestino cervello.

A chi è consigliata

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Come abbiamo già visto, la dieta GAPS è la scelta migliore per tutte quelle persone, soprattutto bambini, che devono affrontare malattie psichiatriche e neurologiche. Tuttavia trova particolare indicazione in caso di autismo, un disturbo del neurosviluppo la cui caratteristica fondamentale è l'alterata modalità con la quale i pazienti interagiscono e comunicano con il mondo. Attualmente non è stata individuata una causa certa, ma si ritiene che l'autismo sia l'esito di una combinazione di fattori genetici e di fattori ambientali. Tra questi ultimi si ricordino l'età avanzata dei genitori, le complicanze durante la gravidanza e il parto, le gestazioni ravvicinate. Non esiste, invece, nessun legame tra la sindrome e la vaccinazione contro il morbillo, la rosolia e gli orecchioni.

Nel corso dei suoi studi la dotteressa Campbell-McBride ha dedicato numerose attenzioni anche alle patologie autoimmuni ed è giunta alla conclusione che queste spesso sono provocate da una disbiosi intestinale. L'alterazione del microbiota provoca uno stato infiammatorio che, a sua volta, mette in allarme il sistema immunitario. Quest'ultimo per difendersi risponde con un'ulteriore flogosi la quale, a lungo andare, porta alla comparsa di patologie tipiche: tiroidite di Hashimoto, artrite reumatoide, morbo di Crohn, lupus eritematoso sistemico. È bene sottolineare che, nonostante alcuni miglioramenti dello stato di salute, non esistono al momento prove scientifiche unanime che confermino i benefici della dieta GAPS.

Dieta GAPS, come funziona

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Sono tre le fasi principali della dieta GAPS: fase di introduzione, fase di mantenimento e fase di reintroduzione. Il primo step, che contempla l'eliminazione in un arco di tempo variabile da persona a persona di alimenti difficili da digerire o che danneggiano la flora intestinale (latticini, cibi raffinati, cereali, verdure amidacee) è a sua volta suddiviso in sei passaggi:

  • Primo passaggio: si consumano solo prodotti fermentati, brodo di carne, grassi animali, verdure cotte nel brodo di carne, camomilla, tè alla menta, zenzero.
  • Secondo passaggio: si introducono passati di verdura, carne o pesce, tuorli d'uovo e burro chiarificato;
  • Terzo passaggio: si introducono uova strapazzate, verdure fermentate, avocado;
  • Quarto passaggio: si introducono centrifugati di verdura, carni cotte al forno, olio extravergine di oliva a crudo;
  • Quinto passaggio: si introducono mele cotte, piccole quantità di frutta e verdure crude;
  • Sesto passaggio: si introducono maggiori quantità di frutta cruda.

La fase di mantenimento prevede il consumo per un periodo più lungo di carne fresca, uova, pesce, molluschi, verdure cotte e crude e alimenti fermentati (yogurt, crauti, kefir).

La dieta GAPS non si può protrarre per più di 18-24 mesi. Essa termina con il reinserimento graduale di tutti i cibi. Considerata la complessità di questo regime alimentare, chi lo segue deve essere costantemente monitorato da un medico.

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