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Dismenorrea, come combattere le mestruazioni dolorose a tavola

Per combattere la dismenorrea, nella dieta non possono mancare alimenti ricchi di magnesio, il minerale che allevia le contrazioni dell'utero

Dismenorrea, come combattere le mestruazioni dolorose a tavola

Secondo recenti stime ne soffre circa l'80% delle donne e il 10-15% di queste in forma grave. Stiamo parlando della dismenorrea. Il termine, che deriva dal greco, pur avendo il significato di "flusso mensile difficoltoso" viene utilizzato per indicare una mestruazione particolarmente dolorosa. Il disturbo colpisce soprattutto le ragazze con meno di 20 anni, in special modo quelle che hanno avuto il menarca prima degli 11 anni, le nullipare, coloro che di solito presentano flussi abbondanti e irregolari e le fumatrici.

La dismenorrea, che per molte rappresenta un serio problema in quanto intralcia le normali attività della vita quotidiana, si caratterizza per sintomi simili a quelli della sindrome premestruale. La manifestazione tipica, senza dubbio, è un dolore acuto o crampiforme, sordo e costante che appare il primo giorno delle mestruazioni e che può protrarsi per 2-3 giorni. Ad esso si associano spesso: lombalgia, mal di testa, diarrea, stipsi e nausea. Nonostante i numerosi fastidi che un flusso doloroso può comportare, la buona notizia è che l'algia può essere contrastata o tenuta sotto controllo mediante un'alimentazione specifica. Vediamo, dunque, quali sono i cibi maggiormente indicati.

La dismenorrea primaria

Dismenorrea

La dismenorrea primaria è un disturbo che non riconosce una specifica causa e che non è legato a patologie dell'apparato riproduttivo o di quello urinario. Questa forma, che interessa in maniera prevalente le adolescenti, le nullipare, le fumatrici e le donne con mestruazioni abbondanti e irregolari, si presenta 6-12 mesi dopo il menarca e sembrerebbe regredire in tutto o in parte in seguito a un parto.

Ciò probabilmente è da attribuirsi all'aumento di volume dell'utero che determina la distruzione delle terminazioni nervose delle sue pareti. Molti studi hanno focalizzato l'attenzione su un'ipotetica correlazione tra la problematica e le prostaglandine. Queste ultime sono acidi grassi insaturi, presenti in tutti i tessuti e liquidi corporali.

La loro azione si esplica sulla muscolatura liscia, sul sistema nervoso, sul sistema cardiovascolare e sulla secrezione delle ghiandole. È stato dimostrato che nel sangue mestruale di coloro che soffrono di dismenorrea primaria sono presenti quantità più elevate di prostaglandine F2alfa e E2. La prima è un potente contratturante dell'utero e vasocostrittore. Il ruolo della seconda, invece, è meno chiaro. Il loro aumento è forse dovuto alla secrezione ormonale. Tipici sintomi del disturbo includono:

  • dolore addominale;
  • nausea;
  • mal di testa;
  • mal di schiena;
  • vomito;
  • diarrea e/o stitichezza.

La dismenorrea secondaria

Dismenorrea

A differenza di quella primaria, la dismenorrea secondaria (definita anche "organica") è la conseguenza di malattie dell'apparato riproduttivo, tra cui: stenosi della cervice uterina, adenomiosi, infezioni, fibromi, malattia infiammatoria pelvica, neoplasie maligne ed endometriosi, ovvero la presenza di endometrio, la mucosa che in condizioni normali riveste esclusivamente la cavità uterina, fuori dall'utero.

Da non sottovalutare, poi, è la presenza di polipi, di cisti e l'uso di un dispositivo intrauterino quale metodo di contraccezione. Il disturbo colpisce in particolar modo le donne adulte e soprattutto quelle che hanno partorito.

Il protratto stato flogistico degli organi pelvici dà luogo a contrazioni dell'utero che sono alla base del dolore tipico della dismenorrea secondaria. Sorda e trafittiva, l'algia può comparire alcuni giorni prima dell'arrivo delle mestruazioni e non è raro che duri a lungo, anche quando il flusso è terminato. Ad essa si associano altre manifestazioni, tra cui:

  • vomito;
  • nausea;
  • diarrea;
  • sudorazione profusa;
  • vertigini;
  • metrorragia;
  • dispareunia.

La dieta per combattere la dismenorrea

Frutta e verdura

Che sia primaria o secondaria, la dismenorrea e i suoi relativi sintomi si possono contrastare o addirittura prevenire con una dieta bilanciata che includa particolari alimenti e che, invece, ne escluda altri. Il dolore tipico del disturbo, legato alla contrazione uterina, può essere alleviato mediante l'assunzione di cibi ricchi di magnesio.

La carenza di questo minerale, infatti, predispone a crampi e a contratture di tutti i muscoli, utero incluso. Via libera, dunque, al consumo di alimenti che lo contengono, in particolare verdure a foglie verdi, frutta secca, cereali e legumi:

  • verdure: bietole, carciofi, spinaci, zucchine, cavolfiori, finocchi, peperoni, carote, pomodori, broccoli;
  • frutta secca: anacardi, pistacchi, mandorle, arachidi, nocciole, noci;
  • cereali: riso integrale, crusca, mais;
  • legumi: lenticchie, ceci, fagioli;
  • frutta: banane, pesche, prugne, arance, mele, pere.

L'assunzione di dolci e, in generale, di cibi a base di zuccheri raffinati deve essere limitata. Questi cibi infatti, seppur indirettamente, favoriscono la produzione di prostaglandine che, come già detto, possono scatenare la sensazione algica.

Altresì moderato deve essere il consumo di carni rosse, grassi idrogenati e alimenti ricchi di sodio. Vietato, infine, il fumo e anche l'alcol e il caffè. Queste bevande, infatti, sono in grado di ridurre l'assorbimento del magnesio.

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