Coronavirus

Ictus, rischio più elevato nei pazienti con Covid

L'indagine è stata condotta analizzando i dati del registro delle malattie cardiovascolari COVID-19 dell'American Heart Association

Ictus, rischio più elevato nei pazienti con Covid

L'ictus, noto anche come colpo apoplettico, è una grave condizione patologica che si manifesta quando i rifornimenti di sangue al cervello sono ridotti o si interrompono completamente. In assenza di apporto sanguigno, il tessuto cerebrale va incontro a morte per carenza di ossigeno. Una nuova ricerca ha rilevato che i pazienti ospedalizzati con Covid avrebbero un rischio più elevato di ictus rispetto ai soggetti con condizioni infettive simili, come influenza e sepsi. In particolare, la probabilità di sviluppare un colpo apoplettico sarebbe maggiore per gli individui di sesso maschile, anziani, di colore, ipertesi, diabetici e con fibrillazione atriale.

Per questa indagine, gli scienziati hanno consultato il registro delle malattie cardiovascolari Covid dell'American Heart Association. Sono stati così valutati alcuni parametri, tra cui le caratteristiche demografiche dei pazienti, le loro storie mediche e la sopravvivenza ospedaliera. I dati estratti riguardavano più di 20mila soggetti, ricoverati con coronavirus negli Stati Uniti tra gennaio e novembre 2020. Nell'aprile 2020 l'American Heart Association ha creato il registro CVD COVID-19, a poche settimane dalla dichiarazione della pandemia, al fine di raccogliere e di fornire rapidamente informazioni sugli individui ospedalizzati e positivi.

Dall'indagine è emerso che 281 pazienti (1,4%) hanno avuto un colpo apoplettico confermato dalla diagnostica per immagini durante il ricovero. Di questi, 148 (52,7%) hanno sofferto di ictus ischemico, 7 (2,5%) hanno avuto un attacco ischemico transitorio (TIA) e 127 (45,2%) hanno avuto un ictus emorragico o una tipologia non meglio specificata dello stesso. Inoltre è stato rilevato come l'incidenza di tali eventi fosse più elevata per gli individui di sesso maschile (64%) e per le fasce d'età più avanzate (età media 65 anni).

Nel 44% dei soggetti a cui è stato diagnosticato un colpo apoplettico emorragico è stata riscontrata tra le patologie pregresse anche il diabete di tipo 2, mentre nell'80% di pazienti con ictus erano stati rilevati in precedenza segni di ipertensione. I problemi cardiaci si sono rivelati anche nel 18% delle persone con un evento di ischemia cerebrale, più frequente tra la popolazione maschile di colore, con la presenza di fibrillazione atriale.

Altro dato fondamentale è quello relativo ai giorni di ricovero nelle strutture. Gli individui con colpo apoplettico hanno trascorso in media 22 giorni in ospedale, rispetto ai 10 giorni di ricovero per i pazienti senza questa problematica, con una percentuale di morti in nosocomio superiore al doppio tra i soggetti colpiti da ictus (37%) rispetto agli altri pazienti (16%). Secondo Saate S. Shakil, l'autore principale dello studio, i risultati suggeriscono che il Covid può aumentare il rischio di ictus, anche se il meccanismo esatto è ancora sconosciuto.

«È più importante che mai - ha aggiunto Shakil -frenare la diffusione del coronavirus tramite interventi di salute pubblica e mediante una distribuzione capillare di vaccini».

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