Via Sammartini 33: teatro di un omicidio e palazzo del sesso

L’avevano ribattezzato «il palazzo del sesso», lo stabile di via Sammartini 33. Un continuo via vai di «lucciole» e transessuali che occupavano gli alloggi di un immobile di proprietà del conte Alessandro Naldi Baldini Piccolomini e di sua moglie, condannati lo scorso 26 settembre a un anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa) per favoreggiamento della prostituzione.
Quegli appartamenti erano stati prima sequestrati dalla procura poi confiscati. Così, 22 novembre del 2007, il giudice per le udienze preliminari Alessandra Cerreti aveva applicato l’articolo 3 della legge Merlin (quella sulle case chiuse). La confisca, aveva sostenuto il gup, era necessaria, perché altrimenti l’immobile non avrebbe più potuto essere affittato a famiglie estranee al giro della prostituzione.


Inoltre, nell’ottobre del 2006 lo stabile - noto alle forze dell’ordine anche per il continuo spaccio di sostanze stupefacenti - era stato teatro dell’omicidio di un viado peruviano di 41 anni, avvenuto dopo una violenta lite con un cliente abituale.

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