Per i ricoveri ospedalieri è previsto un incremento di risorse pari a 62 milioni di euro. E di 125 milioni per la specialistica ambulatoriale. Ma anche 10 milioni di contributo dei costi per i «dispositivi clinici innovativi» ovvero «laparoscopie e fibre ottiche per otorinolaringoiatria».
Si allunga quindi lelenco delle prestazioni gratuite e senza poi dimenticare altri 7 milioni di euro per promuovere progetti di ricerca per le patologie rare presso le aziende ospedaliere universitarie. Sintesi: più risorse e più prestazioni sia per le visite che per gli esami. Ecco la sanità lombarda 2009, nel rapporto dellAiop (associazione italiana ospedalità privata) dove si documenta che in Lombardia «il privato non soffoca il pubblica ma contribuisce a farlo crescere».
Attenzione però, chiosa il governatore Roberto Formigoni, a pensare la Lombardia come la terra della sanità privata: «La presenza del privato nel nostro sistema ospedaliero è al settimo posto, dopo Calabria, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Sicilia e Abruzzo». E la controprova è che non cè alcuna «riduzione dellofferta dei posti letto pubblici», anzi «le aziende pubbliche non hanno ridotto lofferta accreditata» quanto «lhanno rimodellata in una dinamica di riorganizzazione e riqualificazione mediante progetti pubblico-privato, che hanno anche fornito le risorse per ristrutturare e mettere a norma gli edifici». Le strutture private, secondo i dati Aiop, hanno pure incrementato i posti letto di 1.539 unità,
Non finisce però qui. Il modello della sanità lombarda che si basa su un equilibrato mix di pubblico e privato, nel 2009, prevede controlli sul dieci per cento delle prestazioni contro il 6 per cento dellanno scorso («è già più del triplo della norma nazionale»). «Nel 2009» osserva il presidente Formigoni, «con il raggiungimento di una soglia di controlli pari al 10 per cento dei ricoveri, andremo a coprire di fatto la totalità degli interventi a rischio, dopo che dal 2005 la percentuale di cartelle cliniche controllate è stata sempre di molto superiore a quella prevista dalla normativa regionale, pari al 5 per cento, e ben maggiore di quella stabilita dalla normativa nazionale».
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