Il centro culturale di viale Jenner pronto ad affrontare un leasing per avere una bella e grande moschea? Dalla parte opposta della città, unaltra comunità islamica deve far quadrare i conti per non chiudere. E pensa al trasloco. Ali Sharif. portavoce della moschea di via Quaranta - al centro di un'aspra polemica con le istituzioni e dove in passato aveva anche predicato Abu Omar, l'imam ritenuto un terrorista e rapito il 17 febbraio 2003 da agenti della Cia e dei servizi segreti italiani - è a caccia di unaltra sede. «Paghiamo seimila euro al mese - afferma - stiamo affittando i locali da un privato, ma costa troppo e non ce la facciamo più a sostenere la spesa. Se qualcuno ha da proporci una soluzione più economica nella stessa zona, siamo pronti a trasferirci».
Il centro fu protagonista lo scorso febbraio di un attentato per fortuna senza grosse conseguenze. In via Passo Pordoi, dove c'è l'ingresso principale riservato agli uomini della moschea, esplose parzialmente un ordigno rudimentale piazzato tra le inferriate e il doppio vetro di una finestra.
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