Serialità

Da promessa a serie flop dell’anno: ecco cosa non ha funzionato in The Idol

In America è calato il sipario sulla serie più controversa della stagione. Nonostante il buon incipt, The Idol non riesce a emergere risultando un prodotto confuso e con scarso appeal

Da promessa a serie flop dell’anno: ecco cosa non ha funzionato in The Idol
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Una critica sociale al mondo della musica e ai fenomeni del pop. Un racconto forte e disinibito sulla forza della persuasione. Una storia pungente che prende di mira i social e tutto ciò che ruoto attorno ai network. Erano ottime le premesse di The Idol, produzione americana in onda dal 4 giugno sulla rete della HBO e dal 12 su Sky e Now, eppure già dal secondo episodio la serie ha mostrato tutte le sue criticità e il castello di carta ha cominciato a traballare. Presentata al Festival del Cinema di Cannes dove è stata pesantemente criticata per le sue scene di nudo e il linguaggio molto forte, The Idol è stata comunque accolta da cinque minuti di applausi, almeno come ha riportato Variety. La critica, però, nonostante tutto, è stata piuttosto impietosa e sui social si leggono tweet, recensioni e commenti che non sono per nulla lusinghieri. Quella che doveva essere la promessa dell’anno, in poco tempo si è trasformata in un proverbiale flop e lo si nota anche dagli ascolti per nulla esaltanti, poco esigui per il network della HBO tanto da non giustificare un possibile rinnovo per The Idol.

A una storia attuale che, però, non riesce a trovare un vero e proprio filo logico, fa seguito una messa in scena molto confusa e un cast che non riesce a convincere fino in fondo (tranne per la bella Lily Rose-Depp), ma dietro a un insuccesso di proporzioni bibliche ci sarebbero tanti (forte troppi) problemi legati alla produzione della stessa serie tv. Voci di comportamenti impropri sul set e di dissidi durante la fase di scrittura dei singoli episodi sarebbero solo una delle tante cause che avrebbero influito sulla release finale di The Idol. Alla luce dei cinque episodi che compongono la prima (e unica) stagione della serie c’è da capire cosa non ha funzionato, e comprendere come un network americano così stimato abbia permesso di far arrivare in tv una serie del genere e con tutte queste problematiche.

Ascesa e discesa di una pop star

Quella che poteva essere una storia d’impatto e che avrebbe potuto raccontare – per davvero – il lato oscuro dell’industria musicale tra sessismo e Metoo, alla fine si è trasformata in un nulla di fatto. Che peccato. Perché, dietro la storia di Jocelyn, pop idol in ascesa che cerca di combattere i suoi demoni personali, non c’è una narrazione incisiva e un buon approfondimento dei personaggi. La storia prosegue con sciattezza, inanellando un episodio delirante dopo l’altro senza un vero filo logico. Se da una parte l’interpretazione di Lily Depp funziona nella sua totalità, l’unica che è riuscita a dare voce ai problemi di una generazione di stelle del pop, a risultare poco incisivo e per nulla convincente è proprio il personaggio di Tedros, così caricaturale che, invece di sedurre il pubblico, innesca l’effetto contrario. Due pesi e due misure. E per risollevare le sorti, non bastano le storie di contorno in cui si intravedono manger senza scrupoli e giornalisti a caccia di scoop. The Idol è stata una vera occasione sprecata, eppure dopo un buon primo episodio (di cui abbiamo parlato anche con toni entusiastici) ha fatto seguito uno sviluppo sciatto e per nulla esaltante.

Una serie senza infamia e senza lode

Come si può intuire, The Idol è una serie che ha enormi problemi sia dal punto di vista narratologico che di regia ma anche di montaggio (l’episodio 4 è stato a dir poco delirante). E questi problemi li hanno notati tutti, ma non chi ha lavorato alla serie tv, difendendo a spada tratta il lavoro che c’è dietro, senza ammettere l’amara sconfitta. Qualcosa non ha funzionato ma nessuno ha ben pensato di correggere gli errori. C’è lo scandalo, ci sono le scene forti ma ogni cosa e ogni buona intenzione si perdono in una storia confusa, raffazzonata e di scarso appeal. Eppure, con tutti i temi che vengono sviscerati ci si aspettava un qualcosa di più approfondito da un racconto così potente sull’industria musicale di oggi (e non solo). Tutto resta in un limbo, in un vuoto cosmico ed esistenziale che non riesce a regalare una vera spiegazioni ai problemi che ruotano attorno a Jocelyn. A tutto c’è rimedio ma la storia, da quel che sembra, preferisce cadere nei suoi stessi errori senza risolverli.

Oltre al sesso c’è (molto) di più

Nel corso degli ultimi 20 anni il sesso, e tutto ciò che ne consegue, è stato sdoganato in tv. Tante sono state le serie che hanno mostrato i rapporti sessuali con libertà e senza paura, facendo intuire come anche questo aspetto fa parte del nostro vissuto e della nostra stessa quotidianità. E proprio la HBO ho rotto gli equilibri. Oggi l’argomento non è più un tabù, non fa più discutere come poteva accadere mezza decade fa con una scena hot vista, ad esempio, in Sex and the City. Oggi, poco o niente riesce a stupire il pubblico soprattutto quando si tratta di sesso e di perversioni sessuali. The Idol cavalca quell’onda e "impreziosisce" la narrazione con scene forti, piccanti ma per nulla erotiche solo per il fatto di far parlare di sé. C’è lo scandalo ed è giusto gridare alla censura, ma anche questo effetto crea una risposta contraria alle aspettative.

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Cosa c’è dietro la "cancellazione" dell'episodio 6

Una serie che fa acqua da tutte le parti, nata sfortunata fin dal suo concepimento e da quando in corso d’opera Sam Levinson ha preso le redini del progetto, tramutando The Idol nello show televisivo che oggi abbiamo visto in tv. All’inizio erano previsti sei episodi ma, alla fine, il sesto è stato tagliato confermando che la serie sarebbe terminata con il quinto. Secondo il regista, il tutto è stato montato per dare alla storia un senso di compiutezza ma dietro questa scelta i più critici hanno letto la voglia di chiudere al più presto una serie che ha creato solo danni. E poi, con appena 133mila spettatori a episodio come si può giustificare la sua permanenza in tv? Eppure, ad oggi, ancora non si parla di cancellazione (ma sembra ufficiale) anche alla luce dei commenti negativi che sono apparsi sui social dopo l’ultimo episodio andato in onda. Si parla di "peggior finale per una serie tv" e, a dirla tutta, le critiche non sono poi così menzognere.

Sam Levinson che scrive un racconto sbagliato sui tempi di oggi

Un’occasione sprecata per una serie che poteva essere di ampio respiro. Il creatore di Euphoria, celebre per aver raccontato la generazione Z senza filtri, con The Idol cera di realizzare il clone perfetto utilizzando tutti gli schemi di una narrazione simil-veritiera, ma, alla fine, il risultato è stato poco convincente.

Questo perché il regista ha cercato di raccontare il mondo di oggi sfuggendo da una logica salvifica per i personaggi coinvolti, puntando solo su un’estetica incisiva a discapito di un affresco poco esaltante di un mondo senza leggi né regole.

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