Serialità

"Mercoledì" è un fenomeno virale: ecco il vero motivo del suo successo

Il grande successo di Mercoledì nasconde - molto bene – i suoi lati oscuri e ora vi spieghiamo perché lo show di Netflix non è un qualcosa che passerà alla storia

"Mercoledì" è un fenomeno virale: ecco il vero motivo del suo successo
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Sul web non si parla d’altro. Sono mesi che Mercoledì, la serie di Netflix creata dai “papà” di Smallville e diretta (per 4 episodi) dal mitico Tim Burton, sta spopolando su Netflix. In vetta alla top 10 delle serie più viste della piattaforma on-demand, in poche settimane è diventata un fenomeno virale che ha infiammato la rete. Come indice di gradimento ha superato persino Stranger Things che, fino al mese di novembre, era la serie più celebre di Netflix. Ma non è tutto. Mercoledì è andata ben oltre le lande di Netflix, popolando Instagram e TikTok con video tributi al personaggio, idolo dei più giovani. Solo qualche giorno fa è arrivata la conferma della seconda stagione che potrebbe arrivare già entro la fine del 2023, e le quotazioni non smettono di crescere. Un fenomeno quello di Mercoledì che non è destinato a sgonfiarsi così presto e continuerà a macinare un consenso dopo l’altro con i giorni che passano.

Numeri da capogiro, questo è pur vero. Nessuno avrebbe mai scommesso su una serie dedicata alla Famiglia Addams e sul "mito" di Mercoledì ma, conti alla mano, è impossibile negare l’evidenza. Il fenomeno c’è. Ma essere un fenomeno della rete non significa che il prodotto sia di qualità. Il grande successo di Mercoledì nasconde - molto bene – i suoi lati oscuri, e ora vi spieghiamo perché lo show di Netflix non è un qualcosa che passerà alla storia ma è un semplice fuoco di paglia.

L’ode alla generazione dei "diversi"

Prima di tutto e al netto delle critiche, la serie è un prodotto piacevole. Tutto questo però non basta per fare di Mercoledì il successo che tutti abbiamo conosciuto. Doveva essere una serie che re-immaginasse il mito della Famiglia Addams, creato originariamente nel 1939 da Charles Addams sul periodo del New Yorker, invece la narrazione ha virato su altro snaturando l’idea di base. Mercoledì è una serie per ragazzi ed è anche interessante il modo in cui racconta l’adolescenza della protagonista in un mondo popolato da creature ultraterrene. Lo sguardo piace perché, con garbo, riesce a raccontare il mondo di oggi, elogiando tutti gli "scarti" della società che la gente comune ha etichettato come freaks. Il punto però è un altro: dopo questo elogio, la serie imbocca una strada diversa. Insegue colpi di scena di poco conto e si adagia sul tema mystery come se fosse una calda coperta.

Una serie per un pubblico poco esigente

Mercoledì è figlia di una lunga sperimentazione per il genere del teen-drama, soprattutto per il colosso di Netflix. La piattaforma che, all’inizio della sua carriera ancora non aveva trovato un pubblico di riferimento, dopo poco tempo ha intuito il grande poteziale della serie indirizzate al pubblico più giovane, riuscendo così a trovare spazio in un contesto televisivo molto affollato, imponendosi con poche e semplici mosse. Mercoledì segue le indicazioni del genere, stigmatizzando i problemi del mondo dei giovani e il passaggio all'età adulta. Ma perché ha avuto così tanto successo? Non è stata premiata per la qualità della storia e perché dietro c’è la mano sicura di Tim Burton (che non splende come dovrebbe). Ha macinato consensi solo perché ha proposto una miscela già rodata che piace a un pubblico poco esigente e che preferisce perdersi in una storia prevedibile. Di fatto, la serie su Mercoledì è stata capace di inseguire i gusti dell’utente medio, poco interessato alla qualità ma più all’intrattenimento.

La mercificaizone del mondo delle serie tv

Due mesi e la serie è ancora in vetta nella classifica di gradimento. Un evento unico e raro. Dovrebbe essere una manna dal cielo per il mercato televisivo di oggi, in piena crisi con l’avvento delle tante piattaforme in streaming, invece apre un discorso più ampio che non è facile riassumere in poche righe. Dicevamo: un fenomeno di questa portata non è sempre sinonimo di qualità e pienezza della storia. Scendendo più a fondo, dal punto di vista narrativo, Mercoledì ha molti limiti e lo si nota fin dal primo (lunghissimo) episodio, ridondante e didascalico. Dal punto di vista dei contenuti poi è molto acerbo, dato che quest'ode ai diversi stride con le intenzioni finali della serie. Nell’era della serialità mordi e fuggi e del "tutto e subito", Mercoledì conferma la deriva che ha intrapreso tutto il comparto televisivo. Oggi si è persa la magia di un racconto a “puntate” dove il pubblico, settimana dopo settimana, aspetta con trepidazione la trasmissione della sua serie del cuore. Ora il tutto si esaurisce in un paio di giorni e subito si passa alla serie successiva. Il mercato si è mercificato - definitivamente - e Mercoledì è figlia del suo tempo.

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Jenna Ortega è la vera star (tutto il resto è noia)

Al di là di questo, se si guarda Mercoledì da un punto di vista meno critico, è di sicuro una serie che intrattiene con piacere. Gli 8 episodi scorrono con delizia e si lasciano guardare senza troppi sforzi. Tutto grazie a un valido cast, popolato da volti noti come Catherine Zeta-Jones e Christina Ricci, ma più di tutti a brillare è Jenna Ortega che presta il volto a Mercoledì. Al suo primo ruolo da vera protagonista, l’attrice ha brillato come stella del cinema, regalando al personaggio un volto umano e fuori dagli schemi, diverso da quello che è stato presentato al cinema. La Mercoledì della serie di Netflix è una ragazza come le altre, diversa ma che cerca comunque il suo posto nel mondo.

Il successo "grazie" al ballo virale

Il quarto episodio ha regalato una scena che ha fatto impazzire tutti, chiamata la Wednesday Dance. Durante la cerimonia della Nevermore Academy, la giovane si è lanciata in un ballo sulle note di un brano – del 1981 – dei Cramps dal titolo Goo Goo Muck. Tanto virale da diventare molto celebre in rete e da essere riprodotto dai fan. Caso strano, però, che per il balletto social di Mercoledì non è stata utlizzata solo la canzone che si è sentita nell'episodio, ma anche una vecchia hit di Lady Gaga del 2012, intitolata Bloody Mary, che si sposa alla perfezione con la coreografia. E il web è pieno di video più o meno riusciti di questo tipo. E persino la regina del pop, Lady Gaga in persona, ha ceduto al trend pubblicando un video in cui balla la Wednesday Dance.

La battaglia tra Netflix e Amazon Prime Video

Ad accrescere ancor di più le quotazioni di Mercoledì ci ha pensato una faida, scoppiata a inizio anno, tra Netflix a Amazon. I magazine americani avevano rivelato che la serie, a causa di alcuni problemi legati al diritto di trasmissione del personaggio, avrebbe cambiato network al rinnovo per la seconda stagione. Questo perché, dopo l’acquisizione della MGM, i diritti sulla famiglia Addams sarebbero passati a Amazon. L’intrigo aziendale è durato poco ore perché la serie resta su Netflix.

Altre serie tv sulla Famiglia Addams?

Come sempre, il successo genera altro successo. Secondo i primi rumor, pare che ci sia l’intenzione di realizzare uno o più spin-off. Pare che ci si voglia di aprire una parentesi anche su altri membri della famiglia, così da mettere su un puzzle di idee ognuno collegato all’altro.

L’idea per ora è embrionale ma potrebbe diventare tale, con i numeri da capogiro che sta totalizzando la serie.

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