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Giornata internazionale della felicità: cos'è e perché si festeggia

Il 20 marzo ricorre la Giornata internazionale della felicità, un sentimento che nel mondo è descritto con termini e frasi spesso originali

Giornata della Felicità
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Giornata internazionale della felicità: cos'è e perché si festeggia

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Dal 2013 la data del 20 marzo è universalmente riconosciuta come la Giornata internazionale della felicità. Da ormai dieci anni la ricorrenza si festeggia in ogni parte del mondo, ma è grazie al Bhutan se si celebra. Sin dagli anni '70, infatti, il piccolo stato asiatico ai piedi dell'Himalaya ha privilegiato il valore della felicità nazionale rispetto al valore reddituale, sostituendo il PNL (Prodotto nazionale lordo) con il FNL (Felicità Nazionale Lorda) indice del benessere della popolazione ma anche del positivo andamento di economia e politica.

Perchè è stata istituita

Sancita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2013, la Giornata internazionale della felicità ha l'obiettivo di mettere la felicità al primo posto non solo per il benessere delle persone ma anche per favorire un approccio positivo e gioioso - più inclusivo, equo e bilanciato - in relazione alla crescita economica con l'intento di puntare su uno sviluppo sostenibile e il superamento della povertà.

Nella quotidianità la giornata richiama all'esigenza di ricercare momenti di gioia personale (dal trascorrere più tempo con le persone care al ritagliarsi momenti speciali fino a realizzarsi professionalmente e personalmente) favorendo, però, anche la felicità degli altri con piccoli gesti, perché la soddisfazione generale può essere un grande stimolo per migliorare il futuro del mondo.

La felicità nel mondo: i Paesi più felici

Che la felicità sia un sentimento da mettere al primo posto lo dicono anche gli esperti, per questo ogni anno viene stilato il World Happiness Report - il report sui paesi più felici al mondo - che nel 2022 ha visto al primo posto la Finlandia, al secondo la Danimarca e terza l'Irlanda. Solo trentunesima l'Italia mentre fanalino di coda sono paesi come Libano, Zimbabwe e Ruanda mentre ultimo è Afghanistan. La felicità è un sentimento tanto fondamentale quanto difficile dal spiegare, che spesso può essere definito con parole e frasi idiomatiche.

Parole straniere che parlano di felicità

"Ogni cultura ha provato a fotografare l'essenza di questo sentimento con termini e modi di dire spesso allegorici ed evocativi, talora di difficile traduzione. Conoscere la genesi e la semantica di tali espressioni nelle diverse lingue può dunque permettere, anche a chi desidera apprenderne una nuova, di cogliere sfumature culturali altrimenti difficilmente apprezzabili - nonché di condividere, con gli altri, la propria nozione di felicità", spiega Sara Garizzo, Principal Content Strategist di Babbel, piattaforma per l'apprendimento delle lingue straniere, che in occasione della Giornata internazionale della felicità ha stilato una lista delle parole e delle frasi idiomatiche più curiose e originali legate alla felicità.

Così si scopre che nel nord Europa, area ai vertici della classifica dell'Happiness Report, gli svedesi parlano di "mys" (confortevole, accogliente) per descrivere tutte quelle attività, che permettono di rallegrare le giornate invernali più buie; mentre gli islandesi parlano di "sólarfrí" (letteralmente, vacanza al sole) per indicare una giornata di svago libera dagli impegni di lavoro. In Danimarca invece per descrivere uno stato di benessere e contentezza generale si parla di "hygge". Non sono da meno le espressioni gergali. Se in Italia un dialettale "Sto da Dio" riassume perfettamente un momento di pura felicità, lo stesso vale in Gran Bretagna per l'espressione "As happy as Larry" (dove Larry si userebbe come termine gergale della Cornovaglia per indicare un combinaguai). Più singolari, invece, gli spagnoli che per indicare la loro gioia parlano di lombrichi - "Ser Feliz como una lombriz" - per il semplice fatto che i lombrichi possono avere fino a dieci cuori o forse, più semplicemente, perché fa rima con feliz.

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