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South Park, una forma di filosofia

Diciannove brevi saggi filosofici che leggono il presente attraverso gli occhi irriverenti ma allo stesso tempo geniali dei personaggi di uno dei programmi televisivi più di successo e più censurati, South Park, trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti nel 1997 e oramai arrivato alla tredicesima stagione

South Park, una forma di filosofia

Milano - Diciannove brevi saggi filosofici che leggono il presente attraverso gli occhi irriverenti ma allo stesso tempo geniali dei personaggi di uno dei programmi televisivi più di successo e più censurati, South Park, trasmesso per la prima volta negli Stati Uniti nel 1997 e oramai arrivato alla tredicesima stagione.

Un cartone irriverente Dopo I Simpson e la filosofia, arriva dunque South Park e la filosofia, un volume a cura di Robert Arp, professore di filosofia alla Southwest Minnestota State University, che mescola conoscenza e cultura pop. È giusto che un cartone animato possa ridicolizzare in un colpo solo islam ed ebraismo, gay e animalisti o usare espressioni come "porca trota", "figlio di sultana"," cazzarola"? Oppure sono proprio i prodotti come South Park (tre Emmy come miglior programma di animazione, ndr) a essere la causa del declino del mondo occidentale? «"outh Park come la filosofia è frainteso - scrive Arp - La gente pensa che non faccia altro che scioccare giusto per il gusto di farlo, così come la filosofia non fa altro che pensare a idee inutili. Per quanto possa sembrare incredibile, il fine sia di South Park che della filosofia è scoprire la verità e rendere il mondo un luogo migliore in cui vivere".

Gli eroi di South Park Ecco allora che nella carrellata di situazioni e personaggi che dovrebbero farci riflettere, appare Kenny "l’eroe assurdo", che muore in ogni episodio nella totale indifferenza degli amici e che l’autore paragona al mito greco di Sisifo, di cui scrisse Albert Camus nel 1942. Punito per aver carpito i segreti degli dei, Sisifo è obbligato per l’eternità a spingere una grossa roccia fin sulla cima di una ripida collina per poi vederla rotolare di nuovo a valle. "Per Camus - si legge nel testo - il mito di Sisifo è una metafora dell’assurdità della vita e anche la morte di Kenny può essere vista come un’espressione dell’assurdo". Camus afferma che "bisogna immaginare Sisifo felice poichè ha accettato l’assurdo. Kenny accetta la sua morte ripetitiva, quindi Camus direbbe che anche Kenny è felice".

La filosofia della flatulenza Oltre alla disamina di personaggi come Kenny, nel testo di Arp ci sono capitoli in cui si parla di "flatulenza e filosofia", di amicizia tra Kyle e Stan (insieme a Eric e Kenny sono i quattro protagonisti del cartone), in cui vengono scomodati nientemeno che Platone e Aristotele; ma anche di" Satana nella cosmologia di South Park" ("un personaggio simpatico, si dibatte comicamente in momenti riflessivi di insicurezza"), e di "Valori estetici, ethos e Phil Collins" ("sembra che la musica in sè abbia un valore maggiore della poesia secondo South Park") con tanto di citazioni di Sesto Empirico e delle dispute che dividevano i pensatori greci.

"Una volta terminata la lettura di questo libro dovreste apprezzare maggiormente sia South Park che la filosfia", si augura Robert Arp che, entrato appieno nello spirito del cartone animato dà al capitolo finale, quello dei ringraziamenti, il seguente titolo: Fatevi un clistere, io vado a casa.

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