Cultura e Spettacoli

Mancinelli: il direttore più amato da Wagner

Nel popoloso pantheon dei dimenticati, grazie a Luigi Mancinelli

Mancinelli: il direttore più amato da Wagner

Nel popoloso pantheon dei dimenticati, grazie a Luigi Mancinelli. Un musicista cosmopolita (Libreria musicale italiana, pagg. 590, euro 45) di Antonio Mariani, scopriamo un direttore d'orchestra e compositore ottocentesco così acclamato da essere elogiato pure da Wagner che lo definì «il Garibaldi dei direttori d'orchestra».

Nativo di Orvieto, Luigi Mancinelli (1848-1921), o meglio, Gigi, dopo l'apprendistato a Firenze, divenne ben presto uno dei protagonisti della vita musicale romana e nazionale tanto che, nel 1880, dopo aver diretto un Lohengrin all'Apollo, ricevette i complimenti di Wagner. Mancinelli riuscì anche a incontrare il maestro tedesco a Roma (dove pare che Wagner autorizzò addirittura il direttore a tagliare parti da lui eventualmente considerate troppo lunghe o difficili per il pubblico) e a Perugia venendo invitato a colazione dal suo idolo. Ci fu, poi, un terzo incontro tra Mancinelli e Wagner, nel 1883, quando il Maestro definì profeticamente, appunto, il direttore italiano come un Garibaldi: e di lì a poco, come emerge bene nel libro, Mancinelli divenne «l'eroe dei due mondi» della direzione d'orchestra accumulando successi dall'Italia alla Spagna, dall'Inghilterra agli Stati Uniti fino all'America Latina.

Per tutta la sua carriera, Mancinelli rimase sempre legato al patrocinio wagneriano: fu, infatti, attivo in prima persona nella promozione e diffusione della musica di Wagner tanto che, nota Mariani, all'estero i wagneristi erano addirittura soprannominati «mancinellisti».

Merito del corposo volume - come è doveroso che sia quando è necessario estrarre una figura dall'oblio - affronta, capitolo per capitolo, la carriera dell'orvietano: non solo direttore d'orchestra, ma anche compositore con un catalogo di oltre cento lavori che coprono praticamente tutti i generi tanto da meritarsi, anche in questo campo, un soprannome: il «Canova dei compositori». Alla sua morte, l'onorevole Sem Benelli (1877-1949), poeta già marinettiano, lo commemorò alla Camera con un discorso pieno di ardore ammantandolo di un'aura mistica.

Il libro di Antonio Mariani, come conclude lo stesso autore, dimostra come Luigi Mancinelli sia stato uno dei più grandi direttori d'orchestra italiani prima dell'affermazione di Toscanini.

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