Veronesi, Ferrari e Carofiglio prenotano lo Strega (ma è sempre un affare dei grandi gruppi)

Nessuna sorpresa nella rosa da cui uscirà la cinquina. Il 2 luglio la finale

Veronesi, Ferrari e Carofiglio prenotano lo Strega (ma è sempre un affare dei grandi gruppi)

Ieri è stata resa nota la «dozzina» di libri finalisti al premio Strega. Ci sono i tre favoriti, fin dall'inizio delle candidature, ossia Gianrico Carofiglio con La misura del tempo (Einaudi), l'ex numero uno di Mondadori che ora pubblica per Feltrinelli, l'esordiente nella narrativa Gian Arturo Ferrari, con Ragazzo italiano, e un già vincitore che torna in corsa dopo 14 anni, Sandro Veronesi con Il colibrì (La nave di Teseo). E poi gli altri nove sfidanti: Silvia Ballestra con La nuova stagione (Bompiani), Marta Barone con Città sommersa (Bompiani), Jonathan Bazzi con Febbre (Fandango), Alessio Forgione con Giovanissimi (NN Editore), Giuseppe Lupo con Breve storia del mio silenzio (Marsilio), Daniele Mencarelli con Tutto chiede salvezza (Mondadori), Valeria Parrella con Almarina (Einaudi), Remo Rapino con Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (minimum fax) e il direttore artistico di Pordenonelegge Gian Mario Villalta con L'apprendista (Sem).

Bene. Alcune considerazioni a margine delle 3.380 pagine complessive (circa) dei magnifici dodici che dovranno essere letti e votati dalla giuria composta dai 400 Amici della domenica, ai quali si aggiungono 200 studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri (stranieri? che leggono 12 romanzi italiani? sembra di sì..., ndr) più 40 lettori forti selezionati da 20 librerie, più 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, per un totale di 660 aventi diritto. Atri sei e raggiungiamo il numero della Bestia.

Comunque, prima considerazione: zero sorprese. Nessun grande escluso e conferma dei tre favoriti: Veronesi, Carofiglio e Gian Arturo Ferrari, al quale sembra rivolgersi Melania Mazzucco, presidente del Comitato direttivo, quando descrivendo la «dozzina» parla di «autori di grande levatura, nomi molto amati dal pubblico e di grande esperienza, anche editoriale...». Resta però la domanda cui nessuno ha finora dato risposta: ma perché Feltrinelli, dopo anni di «gran rifiuto», ha deciso improvvisamente di tornare in gara? (ricordate la famosa intervista nel 2016 su Repubblica dove Gianluca Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli, diceva che il suo gruppo non avrebbe più partecipato al premio perché «Lo Strega ha bisogno di un profondo processo di rinnovamento»?). Perché a Ferrari non si può dire no? Mah..

Seconda considerazione: la scelta dei 12 è stata -come dire? - equanime, come solo lo Strega sa essere. Tre autori del gruppo Mondadori-Einaudi (Carofiglio, Parrella e Mencarelli), due Bompiani (Ballestra e Barone), due Feltrinelli-Marsilio (Ferrari e Lupo), il fuori quota Veronesi (La nave di Teseo) e quattro indipendenti (Fandango, minimum fax, Sem e NN).

Manca Neri Pozza (resta fuori Renzo Paris) e non c'è GeMS). Ma tutto torna.

Per il resto, virus permettendo, ci si vede per la cinquina, il 9 giugno, e per la serata finale il 2 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. Buon premio a tutti.

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