Cultura e Spettacoli

"Il mio album in ritardo per colpa sua". Ma ecco cosa è successo davvero

Il cantautore canadese è tornato con un nuovo album, che sarebbe dovuto uscire un anno fa. Ma dietro si nasconde un piccolo giallo

Bryan Adams: "Il mio album in ritardo per colpa sua". Ma ecco cosa è successo davvero

Anche le popstar fanno la fila e non solo al supermercato. E' successo a Bryan Adams, che si sarebbe dovuto mettere in coda dietro alla collega Adele per stampare il suo ultimo disco "So Happy It Hurts", con il quale l'artista canadese è tornato alla musica dopo oltre tre anni di silenzio. Dicerie o verità?

Bryan Adams è tornato a fare parlare di sé per promuovere il suo ultimo album, il quindicesimo dall'inizio della sua carriera, che lo vede sulla scena musicale sin dagli anni '80. Nonostante il Covid contratto lo scorso novembre - quando arrivò a Milano per la presentazione del calendario Pirelli - e la realizzazione del suo primo progetto come fotografo, l'artista ha portato avanti il lavoro sul suo disco dopo la lunga inattività. Nell'ultima conferenza stampa di presentazione del disco via Zoom ha confessato: "A 62 anni mi diverto più di prima. Ho più controllo di ciò che mi circonda e sono felice di cavarmela ancora alla grande".

E tra una domanda e l'altra dei giornalisti, Bryan Adams si è divertito a scherzare sul ritardo del suo album. "So Happy It Hurts", che contiene dodici tracce, sarebbe dovuto uscire un anno fa, ma l'artista non è riuscito ad avere le copie di cd e vinili in tempo per distribuirli in tutto il mondo. La colpa - dicono alcune voci - di Adele che, per dare alle stampe il suo album "30", ha "monopolizzato" gli impianti. Le accuse ad Adele erano già state mosse da Ed Sheeran qualche mese fa, finito anche lui nella lunga lista d'attesa.

"Sì, diciamo che è colpa sua", ha detto stando al gioco Adams parlando del ritardo nella pubblicazione. Sul fatto, quindi,si è divertito a scherzare con la stampa italiana nella conferenza ufficiale avvenuta nelle scorse ore. "Non parliamo più del passato - ha detto Adams riferendosi al periodo in cui uscì Everything I Do, da lui vissuto non positivamente - il procedimento di produzione è lo stesso. Bisogna cercare di avere le migliori canzoni possibili, scrivere nei tempi stabiliti, mixare e produrre il tutto. E sperare che Adele non abbia prenotato tutte le stamperie di vinili".

Una battuta che si ricollega a quanto detto da Ed Sheeran mesi fa.

Quando raccontò che la Sony, la casa di produzione di Adele, aveva riservato tutti gli impianti per fare stampare centinaia di migliaia di vinili, creando una lunghissima lista di attesa, che avrebbe penalizzato lui e a quanto pare anche Bryan Adams.

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