
Ma davvero c'è qualcuno che storce il naso perché Jannik Sinner si è arreso a Carlos Alcaraz nella finale degli Us Open? Vincendo soltanto due slam nelle quattro finali dei major disputate nel 2025? O c'è veramente qualcuno che dava per scontato il titolo mondiale delle ragazze della pallavolo, solo perché dopo 35 vittorie consecutive era ovvio che sarebbe arrivata la 36esima, seppure in finale e contro la emergente Turchia? Ormai il panorama del tifo italiano, quello degli orfani della Nazionale azzurra e di quella rossa, ci sta portando verso derive difficilmente spiegabili. Siamo di fronte a un fenomeno che appena qualche anno fa avremmo pensato di trovare solamente nel fantasport, un ragazzo che in due stagioni ha vinto più di quello che l'intero tennis italiano ha messo insieme in più di un secolo, con due vittorie consecutive agli Australian Open, una a Flushing Meadows e persino una a Wimbledon, arrivando sul tetto del tennis mondiale con quel numero uno che mai nessun azzurro aveva neppure immaginato di sfiorare, e siamo già qui a fargli le pulci, perché dovrebbe migliorare il servizio e usare di più la volée Così come di fronte a un gruppo di ragazze impareggiabili, capaci di vincere un Mondiale subito dopo un'Olimpiade, cosa successa solo un paio di volte (a calcio e pallanuoto nel secolo scorso) nell'intera storia dello sport italiano, e accogliamo il trionfo di Bangkok quasi come un atto dovuto.
Che strano il popolo tifoso, sempre pronto ad abituarsi alle vittorie come alle sconfitte. Gente a cui sembra sempre tutto scontato, come quando battezzavamo Formula noia i cinque anni di dominio incontrastato di Schumacher, salvo poi pentirci quando ci siamo imbattuti in quasi venti anni di Formula pianto, per una Ferrari che ormai ci regala amarezze da troppo tempo. Oppure quando si dava per scontata la conquista di almeno una coppa europea ogni stagione, come ci abituarono le squadre italiane negli anni Novanta, per poi svegliarci in anni di ristrettezze continue fuori dai nostri confini calcistici.
Tanto che ormai da dieci anni siamo costretti a non dare più per scontata la partecipazione della nostra Nazionale a un Mondiale. Nemmeno a quelli dove ci arrivano 48 squadre. Teniamoci stretti i Sinner e le Egonu, come abbiamo fatto con i Tomba e i Valentino, perché ci permettono di dire che un'Italia vincente comunque ci sarà sempre.