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Serie A, accordo tra i club per il taglio degli stipendi ai calciatori

La riduzione sarà di un terzo se l’attività non riprende, di un sesto se invece la stagione verrà portata a termine. Ora vanno definiti gli accordi con i calciatori

Serie A, accordo tra i club per il taglio degli stipendi ai calciatori

L'assemblea della Lega Serie A ha approvato all'unanimità le linee guida sul taglio degli stipendi a calciatori, allenatori e tesserati.

Dopo la Juventus e il Monza di Berlusconi e Galliani, i primi club ha trovare un intesa sulla riduzione degli stipendi, la Lega di Serie A ha trovato un accordo sulla proposta comune da portare a calciatori e allenatori per la decurtazione dei propri compensi, che poi dovranno essere negoziati tra gli stessi e i club in maniera privata. L'accordo prevede il taglio di 2 o 4 mesi, sul modello di quello che ha già fatto la Juve con i propri tesserati.

La riduzione sarà dunque di un terzo della retribuzione totale annua lorda se non si riprenderà l'attività, e di un sesto se nei prossimi mesi si completerà la stagione. In pratica, secondo questa linea, i calciatori rinunceranno a quattro mensilità nel caso in cui la stagione non riprenda, a due in caso di ritorno in campo per completare il campionato 2019/20, che come spiegato nelle scorse ore dal presidente Gabriele Gravina potrebbe anche concludersi oltre settembre, ma comunque al massimo entro l'anno solare 2020. Un passo di sicuro importante anche se a questo punto, toccherà alle società definire gli accordi con i propri tesserati attraverso le negoziazioni tra le parti, che potrebbero essere non prive di difficoltà.

Il comunicato della Lega Serie A

"In linea con le azioni volte a diminuire il costo lavoro adottate a livello nazionale e internazionale, la Lega Serie A ha deliberato oggi, all’unanimità con esclusione della Juventus che ha già raggiunto un accordo coi propri giocatori, una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre. Questo intervento, necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020. Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati".

Mentre sulla ripresa del campionato del campionato, il tema più caldo degli ultimi giorni, si legge nella nota: "E stata confermata la volontà di portare a termine la stagione e di tornare a giocare, senza correre rischi, solo quando le condizioni sanitarie e le decisioni governative lo consentiranno. L’Assemblea riunita oggi ha inoltre analizzato le raccomandazioni per la ripresa di gare e allenamenti delle varie discipline sportive prescritte dalla Federazione Medico Sportiva Italiana, alla luce dell’attuale situazione di emergenza sanitaria. A tal proposito entro fine settimana la Federcalcio emanerà le relative norme medico sanitarie''. Questo sarà il prossimo step, quello più importante da affrontare.

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