«Vedo la fatica che provano molti utenti nello stare in dialogo con voi giornalisti. A volte limpressione è che la stampa non racconti la realtà». Non è certo tenero con gli operatori della comunicazione, il cardinale Dionigi Tettamanzi.
Larcivescovo parla nel giorno di san Francesco di Sales, protettore dei giornalisti, durante lincontro annuale organizzato proprio in questoccasione, al quale hanno partecipato il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio De Bortoli e del Tg1, Gianni Riotta. Sottolinea che molti lettori e telespettatori «sono stanchi della cifra dello scontro e della polemica» con cui si dipinge ciò che accade, «di leggere e vedere le questioni di attualità presentate sempre nella chiave dello scontro, delle polemiche, dello scandalo, della paura, dellallarme che esistono solo su quelle pagine o in quei servizi radio televisivi».
Unosservazione che parte dal suo caso personale: «Ne parlo con cognizione di causa. Mi vedo gettato di frequente in polemiche e scontri che in verità non esistono affatto». Il riferimento è alle polemiche per il tradizionale discorso di SantAmbrogio in cui ha chiesto luoghi di preghiera per tutte le religioni e allacceso dibattito nato in seguito alla preghiera islamica avvenuta in piazza Duomo, sulla quale larcivescovo ha preferito tacere.
Il cardinale resta comunque convinto del ruolo centrale dellinformazione, anche nellepoca di Internet (argomento che era poi il tema del convegno, svoltosi al Circolo della Stampa). Dice ai giornalisti: «La tecnologia non prevarrà sulluomo. Non cesseremo mai di avere bisogno del vostro mestiere, del vostro servizio, anche nellepoca di Internet», perché nella marea di informazioni è ancora più importante «una sintesi». Da qui lappello agli editori, che dovrebbero «investire sulle risorse umane e non solo sulle tecnologie».
Tettamanzi ha fatto un accenno anche allurgenza di firmare il contratto nazionale: «La preoccupazione e lansia per il futuro nascono, oltre che dalla crisi economica, dalla perdurante mancanza di un contratto di lavoro». Passaggio apprezzato dalla Fnsi, il sindacato dei giornalisti: «Vogliamo sperare che le parole del cardinale siano meditate dagli editori».
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