Cronaca locale

"Tabacci avvocato d’affari, ma anche Pisapia..."

Frettolosa, approssimativa, incoerente. Dire che l’operazione-derivati scricchiola, per Pierluigi Mantini, è un eufemismo. E pazienza se l’ha conclusa il suo alleato nel Terzo polo, l’assessore Bruno Tabacci, al quale riserva la poco lusinghiera definizione di "avvocato d’affari"

Frettolosa, approssimativa, incoerente. Dire che l’operazione-derivati scricchiola, per Pierluigi Mantini, è un eufemismo. E pazienza se l’ha conclusa il suo alleato nel Terzo polo, l’assessore Bruno Tabacci, al quale riserva la poco lusinghiera definizione di «avvocato d’affari». Professore di Diritto amministrativo, già responsabile della sezione Scienze giuridiche nel Politecnico, oggi deputato e presidente dell’Udc milanese, Mantini non festeggia l’accordo con le banche. Anzi. La transazione non lo convince, sul piano giuridico, politico o economico: «Non stapperei bottiglie di spumante», sintetizza.
Cosa non va nell’accordo?
«Intanto si deve dire che la transazione è una rinuncia reciproca. Il Comune a cosa rinuncia? Non si capisce, eppure i soldi sono dei cittadini».
Un accordo oscuro?
«La transazione è un fatto caso eccezionale per le pubbliche amministrazioni. Secondo me è doveroso, anche se non è obbligatorio, acquisire almeno un parere della Corte dei conti».
Una decisione affrettata?
«La transazione può essere conclusa in ogni momento, anche dopo la sentenza di primo grado, o con stime e valutazioni più certe. È un terreno molto rischioso questo. E se qualcuno stabilisse che si poteva ottenere il doppio? Chi paga? Ne risponde chi ha deciso».
Secondo lei il Comune ci rimette?
«Beh, vorrei capirlo, ma ci stanno dicendo che è un gioco in cui vincono tutti. Bene, allora si riparta con la finanza creativa! Io non amo la canea polemica, ma non mi piace questo conformismo. Ci raccontano la storia della botte piena e della moglie ubriaca. E la buttano in politica».
Dovevano andare avanti per via giudiziaria?
«Dopo tutte le contestazioni, gli esposti, le denunce si fermano? Quando la sinistra ha fatto questa battaglia c’erano ipotesi di truffa, e danni ingenti. Che fine hanno fatto tutte le ragioni che c’erano allora? Corritore ha lavorato molto su questo. Se inizi un percorso del genere e poi lo ritiri devi spiegare bene perché».
Per chiudere prima?
«A 20 anni da Mani Pulite, con tutti questi esponenti politici che rivendicano quelle battaglie di trasparenza, con Tabacci che ha molto agitato il tema delle banche, ora si chiude così. Io non affido tutto ai giudici, ma a volte ci vuole la chiarezza di una sentenza».
Invece Tabacci fa l’avvocato d’affari... dice lei?
«Beh, anche Pisapia faceva l’avvocato... Ho sentito affermazioni per cui si sarebbe voluta evitare una condanna pesante alle banche. L’interesse delle banche alla stabilità può anche essere una logica, ma lo si dica senza ipocrisia. Le anime belle sono chiamate ad avere più coerenza e a spiegare.

L’ipse dixit non basta».

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