Shelton, cosa sono gli adesivi che ha sulle spalle? Si tratta della "coppettazione": ecco a cosa serve

Durante il match tra Ben Shelton e Jannik Sinner a Wimbledon, le spalle dell’americano hanno attirato l’attenzione per dei segni rossi circolari: si tratta degli effetti della coppettazione, una tecnica di origine cinese usata da molti sportivi per alleviare dolori muscolari e migliorare la circolazione

Ben Shelton
Ben Shelton
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Nella sfida dei quarti di finale di Wimbledon tra Jannik Sinner e Ben Shelton, l’attenzione degli spettatori non è stata catturata solo dalle giocate spettacolari. A colpire sono stati anche i vistosi segni rotondi e rossastri sulle spalle del tennista americano, ben visibili sotto la canotta: un dettaglio che ha acceso la curiosità dei fan e sollevato interrogativi.

La risposta arriva dal mondo della medicina sportiva e non solo: si tratta delle tracce lasciate dalla coppettazione, o cupping therapy, una tecnica alternativa molto diffusa tra atleti (e vip) che promette di migliorare la circolazione e alleviare dolori muscolari. Ma funziona davvero?

Cos’è la coppettazione (e perché viene usata dagli sportivi)

È una pratica antichissima della medicina tradizionale cinese, oggi tornata di moda tra sportivi e celebrità. Consiste nell’applicazione di vasetti di vetro riscaldati sulla pelle: il calore genera un effetto ventosa che aspira la cute, lasciando quei caratteristici segni circolari. Questa terapia viene utilizzata per disturbi come mal di schiena, dolori cronici o problemi respiratori. Negli ambienti sportivi, viene spesso adottata per migliorare il recupero muscolare, aumentando (secondo i promotori) il flusso sanguigno nelle aree trattate.

Il parere degli esperti

Nonostante la sua crescente popolarità, la coppettazione non ha basi scientifiche solide. Gli studi esistenti – come riportato da una rassegna del Quarterly Journal of Medicine – sono pochi e di bassa qualità metodologica. Le revisioni più ampie, come quella pubblicata su Plos Medicine nel 2012, non hanno rilevato benefici concreti rispetto a trattamenti più convenzionali come il massaggio. Un altro studio del 2013, che ha confrontato la coppettazione con un massaggio rilassante su pazienti con dolori cervicali, non ha rilevato differenze significative tra le due pratiche. In sostanza, secondo l’evidenza scientifica disponibile, la coppettazione non è più efficace di un trattamento placebo.

Potenziali rischi e pericoli

Ma non è solo questione di efficacia: la coppettazione può anche essere rischiosa, avvertono gli esperti. Il medico e divulgatore Salvo Di Grazia spiega all' AdnKronos che l’effetto ventosa può causare rottura di capillari, lividi, infezioni, dolore e persino emorragie cutanee. Alcune immagini diffuse online mostrano situazioni estreme, con fuoriuscita di sangue e vesciche, causate da un uso scorretto o eccessivo della tecnica. Una revisione coreana del 2014 suggerisce che gli effetti collaterali possono essere contenuti se la pratica è effettuata da operatori esperti. Tuttavia, resta il fatto che la coppettazione è una pratica priva di efficacia dimostrata e non priva di rischi.

Moda o scienza?

Ben Shelton non è il primo (né sarà l’ultimo) sportivo ad affidarsi a questa tecnica. In passato, anche atleti come Michael Phelps hanno mostrato con orgoglio i segni della coppettazione, contribuendo alla sua popolarità. Ma come spesso accade nel mondo del benessere, ciò che è spettacolare o "esotico" non è sempre fondato sulla scienza.

Nel caso del match Sinner-Shelton, quei “pois” rossi raccontano molto più di una semplice moda estetica. Raccontano di una pratica affascinante ma controversa, il cui vero valore resta ancora da dimostrare.

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