"Ti voglio bene Ariston, con tutta la mia follia". Le scuse scritte a mano di Blanco
8 Febbraio 2023 - 16:44Il 20enne ha affidato a una lettera scritta a mano le scuse per la folle esibizione di ieri sera sul palco del Festival. E si è rivolto direttamente all'Ariston: "Ti ho messo in lacrime come la mia mamma"

"Chiedo scusa alla città dei fiori". Con questa breve didascalia Blanco riemerge sui social dopo la valanga di polemiche (e fischi) che lo hanno sommerso a causa della sua folle esibizione sul palco del Festival di Sanremo nella prima serata di ieri, durante la quale il vincitore della scorsa edizione si è scatenato contro la scenografia, distruggendo con furia un tappeto di rose allestito appositamente per l'esecuzione del suo ultimo singolo, L'isola delle rose.
Il 20enne ha affidato le sue scuse a un taccuino, che poi ha fotografato e postato su Instagram: a mano, alle 4.30 del mattino - almeno così si legge, accanto alla data in alto a destra. Ha buttato giù quella che sembra quasi una canzone, dedicata direttamente al teatro dell'Ariston: "Cadono fiori, Ariston; si spezzano fiori, Ariston; cala il sipario, Ariston", dicono i primi versi. "Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston; mi sento fragile come un bimbo", che è "caduto" proprio dove ha cominciato a muovere i passi
L’emozione lo porta alla commozione: "Mi sono rotto la faccia e piango". Ma allo stesso tempo scoppia la risata: "Rido, rido, rido, rido, rido, rido e grido" perché, dice all'Ariston, "Non sono perfetto come mi volevi, ma finalmente sono me stesso". Poi conclude: "Ti voglio bene Ariston, con tutta la mia follia".
Il post, pubblicato all'ora di pranzo, ha ricevuto più di 400mila like e quasi 25mila commenti, ben oltre la normale interazione che il profilo del giovane cantante può solitamente vantare. Tanti i messaggi di chi ha accettato le scuse, ma tanti (forse in minoranza) anche i commenti negativi, tra critiche e veri e propri insulti. E se c'è chi crede che il suo comportamento non andasse condannato nemmeno in partenza, c'è chi proprio non riesce a perdonare il gesto di Blanco, al secolo Riccardo Fabbriconi, che a breve compirà 20 anni.
Un artista che si è sempre fatto notare per la sua esuberanza, per quell'attitudine a sfogare l'energia repressa, ma che stavolta è stato giudicato esagerato, irrazionale, irrispettoso. A scatenare i suoi cinque minuti di irrazionalità alcuni problemi tecnici: per errore, ha ammesso la Rai, gli era stato consegnato un ricevitore sbagliato scollegato dalla regia e quindi cantando Blanco non sentiva il ritorno audio negli in-ear monitor.
Il giovane aveva smesso di cantare e, ignorato dai tecnici a cui inutilmente faceva cenno di avere problemi, aveva preso di mira la scenografia. Non solo prendendo a calci le rose, ma anche scardidando i pannelli di legno su cui erano montate come un prato e scagliandoli a terra. Il pubblico dell'Ariston aveva iniziato a fischiare, impedendo all'ospite di ripetere l'esibizione. "Mi sono voluto divertire" aveva detto Blanco andandosene.