"Ti voglio bene Ariston, con tutta la mia follia". Le scuse scritte a mano di Blanco

Il 20enne ha affidato a una lettera scritta a mano le scuse per la folle esibizione di ieri sera sul palco del Festival. E si è rivolto direttamente all'Ariston: "Ti ho messo in lacrime come la mia mamma"

"Ti voglio bene Ariston, con tutta la mia follia". Le scuse scritte a mano di Blanco

"Chiedo scusa alla città dei fiori". Con questa breve didascalia Blanco riemerge sui social dopo la valanga di polemiche (e fischi) che lo hanno sommerso a causa della sua folle esibizione sul palco del Festival di Sanremo nella prima serata di ieri, durante la quale il vincitore della scorsa edizione si è scatenato contro la scenografia, distruggendo con furia un tappeto di rose allestito appositamente per l'esecuzione del suo ultimo singolo, L'isola delle rose.

Il 20enne ha affidato le sue scuse a un taccuino, che poi ha fotografato e postato su Instagram: a mano, alle 4.30 del mattino - almeno così si legge, accanto alla data in alto a destra. Ha buttato giù quella che sembra quasi una canzone, dedicata direttamente al teatro dell'Ariston: "Cadono fiori, Ariston; si spezzano fiori, Ariston; cala il sipario, Ariston", dicono i primi versi. "Ti ho messo in lacrime come la mia mamma, Ariston; mi sento fragile come un bimbo", che è "caduto" proprio dove ha cominciato a muovere i passi

L’emozione lo porta alla commozione: "Mi sono rotto la faccia e piango". Ma allo stesso tempo scoppia la risata: "Rido, rido, rido, rido, rido, rido e grido" perché, dice all'Ariston, "Non sono perfetto come mi volevi, ma finalmente sono me stesso". Poi conclude: "Ti voglio bene Ariston, con tutta la mia follia".

Il post, pubblicato all'ora di pranzo, ha ricevuto più di 400mila like e quasi 25mila commenti, ben oltre la normale interazione che il profilo del giovane cantante può solitamente vantare. Tanti i messaggi di chi ha accettato le scuse, ma tanti (forse in minoranza) anche i commenti negativi, tra critiche e veri e propri insulti. E se c'è chi crede che il suo comportamento non andasse condannato nemmeno in partenza, c'è chi proprio non riesce a perdonare il gesto di Blanco, al secolo Riccardo Fabbriconi, che a breve compirà 20 anni.

Un artista che si è sempre fatto notare per la sua esuberanza, per quell'attitudine a sfogare l'energia repressa, ma che stavolta è stato giudicato esagerato, irrazionale, irrispettoso. A scatenare i suoi cinque minuti di irrazionalità alcuni problemi tecnici: per errore, ha ammesso la Rai, gli era stato consegnato un ricevitore sbagliato scollegato dalla regia e quindi cantando Blanco non sentiva il ritorno audio negli in-ear monitor.

Il giovane aveva smesso di cantare e, ignorato dai tecnici a cui inutilmente faceva cenno di avere problemi, aveva preso di mira la scenografia.

Non solo prendendo a calci le rose, ma anche scardidando i pannelli di legno su cui erano montate come un prato e scagliandoli a terra. Il pubblico dell'Ariston aveva iniziato a fischiare, impedendo all'ospite di ripetere l'esibizione. "Mi sono voluto divertire" aveva detto Blanco andandosene.

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