
Contro l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vale tutto. Perfino gli insulti, gli attacchi sul piano personale che poco hanno a che vedere con la semplice e democratica dialettica democratica tra opposizione e maggioranza di governo. Il limite in questo senso è stato abbondantemente superato dal numero uno della Cgil, Maurizio Landini. Interpellato durante l’ultima puntata di Di Martedì, il programma di approfondimento politico condotto da Giovanni Floris su La7 in prima serata, il capo del sindacato si è lanciato in un mix di accuse politiche e offese gratuite. L’oggetto del contendere è la relazione bilaterale tra Stati Uniti e Italia e, soprattutto il rapporto politico tra il presidente americano, Donald Trump, e il premier italiano Giorgia Meloni.
Nelle ultime ore il capo della Casa Bianca è uscito vincitore dalla questione in Medio Oriente siglando un accordo che, almeno per ora, regge alla prova dei fatti. Proprio per questo, il segretario della Cgil, il maggiore sindacato italiano, se la prende con Meloni etichettando la leader di Fratelli d’Italia come la "cortigiana di Trump". "Cosa che non ha fatto la Meloni che in realtà si è limitata a fare la cortigiana di Trump e non ha mosso un dito - ha spiegato Maurizio Landini ai telespettatori di La7 -. Per fortuna che c'erano i cittadini italiani che sono scesi in piazza e hanno difeso la dignità e l'onore di questo Paese".
Da qui l’intervento del conduttore: "Cortigiana verrà ripreso perché è un termine in qualche modo sessista. Intende dire: stare in qualche modo sulla scia di Trump senza incidere?". "Beh, certo. Intendo stare alla corte di Trump, essere il porta borse di Trump", ha provato a rimediare il sindacalista.