«Da Vladimir Putin nessun attacco a Madrid e Roma»

Critiche al capo del Cremlino da Bertinotti e D’Alema. Calderoli: «Ha detto la verità»

da Roma

Nessun attacco diretto a Italia e Spagna: secondo fonti diplomatiche russe il presidente Vladimir Putin ha semplicemente detto che «la parola mafia non è nata nella Federazione russa» quando venerdì al vertice Ue in Finlandia i leader europei gli hanno chiesto «nel corso di un colloquio informale» come stesse andando nel suo Paese «la lotta alla criminalità e alla corruzione». «Il presidente - hanno indicato ieri all'Ansa queste fonti - ha risposto in modo esauriente e dettagliato. Non era un incontro bilaterale, ma multilaterale e per questo i partecipanti all'incontro hanno discusso il tema in vari Paesi, e nel corso della discussione è stato ricordato che la parola mafia non è nata nella Federazione russa. Discutendo questo tema sono stati citati esempi di corruzione e criminalità in vari Paesi d'Europa».
Ufficialmente il Cremlino non ha voluto pronunciarsi sulle indiscrezioni pubblicate domenica dal quotidiano spagnolo El Pais, secondo cui il capo del Cremlino aveva risposto a muso duro che non accetta lezioni di democrazia da nessuno, e in particolare dalla Spagna, «dove molti sindaci sono in carcere per corruzione». Diverso il riferimento all’Italia: l’aveva citato per dire che è in questo Paese che è nata la mafia.
Commentando il discusso intervento di Putin, l’ex ministro della Difesa del governo Berlusconi, Antonio Martino, ha dichiarato: «Il presidente russo non intendeva offendere l'Italia, ma solo ricordare che la parola mafia non ha un'origine russa, tesi ovviamente incontestabile».
Dura, invece, la reazione del ministro degli Esteri italiano Massimo D’Alema, secondo cui le parole del capo del Cremlino «non giovano al suo prestigio di uomo di Stato». «Credo che l'Ue ponga nelle sue relazioni internazionali il tema del rispetto dei diritti umani come uno dei criteri della politica estera comune e - ha aggiunto D’Alema - lo faremo anche nei confronti della Russia, nel senso che non cesseremo per questo, con grande rispetto verso la Russia, di porre i problemi che riteniamo giusti per quanto riguarda la Cecenia e la garanzia della libertà di stampa». Un severo commento anche da un altro esponente della sinistra italiana, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, il quale ha dichiarato che un tale linguaggio «squalifica per il solo modo di espressione chi ricorre a queste formule».


Di diverso tenore la presa di posizione del coordinatore della Lega Nord e vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli: «Putin ha detto una sacrosanta verità. La mafia l'abbiamo esportata noi». Maurizio Gasparri, di Alleanza nazionale, reagisce con una battuta: «Tra lui e Prodi, Putin ha sempre ragione, qualsiasi cosa dica. A prescindere, come diceva Totò».

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