C'è un dato che colpisce nel primo giorno del governo Meloni e dimostra ancora una volta come in Italia non si riesca a fare sistema, a spingere anche nei momenti difficili le diverse forze politiche a remare nella stessa direzione.
C'è un dato che colpisce nel primo giorno del governo Meloni e dimostra ancora una volta come in Italia non si riesca a fare sistema, a spingere anche nei momenti difficili le diverse forze politiche a remare nella stessa direzione.
Parte il governo Meloni. Riunito il primo Consiglio dei ministri: "Dobbiamo essere uniti, ci sono emergenze da affrontare per il Paese"
Nella prima comunicazione ufficiale dello staff è stata scelta la formula "il presidente" e non "la presidente". La Crusca: "Chi preferisce le forme maschili ha diritto di farlo"
Non sono tutte rose e fiori nella squadra di governo. Nemmeno dentro lo stesso partito. Ma che dico lo stesso partito? Dentro la stessa famiglia si vivono momenti di densa tensione!
Dal presidente né sgambetti né tutele. E neppure veti sui nomi. Solo cordialità e indicazioni di metodo
Alle 10.11 giura nelle mani di Sergio Mattarella e cambia la storia. Alle 12.30 entra nella chiesa di Santa Maria Liberatrice, a Testaccio. Si mette in fondo, in piedi, in mezzo alla gente.
I marxisti si rivolgevano al proletariato, i comunisti al popolo, i postcomunisti come D'Alema al Paese. Se proprio risulta indigesto citare l'Italia, a sinistra l'allergia diventa insostenibile quando un patriota osa pronunciare la parola "Nazione".
Il premier: "Serviremo l'Italia con orgoglio". La visita sia alla Commissione che alla sede dell'Alleanza Atlantica. Per la poltrona di consigliere diplomatico di Palazzo Chigi in pole l'attuale ambasciatore presso la Nato