9 maggio 1997, Università La Sapienza. Un colpo alla testa e la 22enne Marta Russo crolla a terra. Nessuno ha visto chi ha sparato, l’arma non è mai stata trovata e le prove scientifiche sono incerte. Un caso costruito su testimonianze contraddittorie e dubbi mai risolti. La verità è ancora nascosta?

Alessandro Politi
Marta Russo: un colpevole senza prove?

Portata in nave dal Marocco in Italia, nascosta in una busta della spesa , per essere venduta. Un viaggio drammatico che le aveva provocato problemi di salute, tali da dover essere portata in ospedale. E' quanto accaduto a una neonata, secondo le indagini della polizia di Torino, che su disposizione della procura ha fermato una coppia di coniugi marocchini e arrestato altri due connazionali.I primi sono gravemente indiziati di aver introdotto illegalmente dal Marocco la neonata, esponendola a pericolo per la sua vita. I secondi sono accusati di favoreggiamento personale e sono stati arrestati in flagranza di reato: nella loro casa ospitavano temporaneamente la piccola, che ora sta bene e che era stata ceduta dalla madre alla donna della coppia fermata per essere verosimilmente venduta ad una terza famiglia.

Redazione
Bimba in busta spesa dal Marocco per essere venduta in Italia

13 agosto 2007, Garlasco. Chiara Poggi viene trovata senza vita nella sua villetta. Dopo due assoluzioni, Alberto Stasi viene condannato a 16 anni, ma l’arma non è mai stata trovata, il movente resta ignoto e una testimonianza chiave è stata ritrattata per paura, considerata poi inattendibile. Un verdetto oltre ogni ragionevole dubbio o una verità ancora sepolta? Intanto, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva dichiarato “irricevibile” il ricorso della difesa di Stasi. Ma alcuni giorni fa è stato riaperto il caso con conseguente iscrizione al registro degli indagati di Andrea Sempio. L'amico del fratello della vittima era già finito nella lista degli inquirenti ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate.

Alessandro Politi
Delitto di Garlasco: il caso è davvero chiuso?

Droni, contromisure elettroniche, automezzi speciali: a Prato Piazza, nel comune di Braies, a quota 2.000, vanno in scena gli alpini del 3° reggimento di Pinerolo, gli specialisti del 9° reggimento sicurezza cibernetica Rombo, gli alpini paracadutisti ed altri reparti che danno vita alla simulazione di un combattimento in ambiente artico con il supporto delle tecnologie più sofisticate. La simulazione è un test per i soldati, ma anche per i materiali e per i sistemi di ultima generazione per difendersi dalla minaccia dei droni. Per la prima volta si applica in montagna la cosiddetta "bolla tattica", cioè la capacità di difendersi nello spettro elettromagnetico e di portare a termine la missione. Elicotteri, quad cingolati, armi di precisione ma anche tradizionali movimenti su sci, anche se con equipaggiamenti moderni

Fausto Biloslavo
La simulazione di combattimento in ambiente artico a Braies

Dalle indagini si scopre che i carabinieri che hanno inseguito Ramy non hanno fatto nulla e schiantarsi quando si va a 200 all'ora è una fatalità. Ora chiudiamo questa storia restituendo la dignità ai militari, che hanno i loro difetti, ma non sono delinquenti

Vittorio Feltri
La rivincita dei carabinieri

A cinquant'anni dalla aggressione dello studente di destra Sergio Ramelli, avvenuta a Milano il 13 marzo 1975, gli atti del processo agli assassini - individuati molto tempo dopo - raccontano il clima di fanatismo ideologico di quegli anni. La colpa di Ramelli era di essere iscritto al Fronte della Gioventù, e di non fare mistero della sua appartenenza politica neanche nella scuola che frequentava, il liceo scientifico Molinari: così gli studenti di ultrasinistra del liceo lo segnalarono ai capi di Avanguardia Operaia, uno dei gruppi estremisti milanesi, che decisero di dare una "lezione" al diciassettenne. Secondo le sentenze, Ramelli venne colpito dalle chiavi inglesi almeno quattro volte, "micidiali erano stati i colpi inferti allorquando il giovane era già a terra, perché avevano avuto sul capo poggiato al suolo un effetto del tipo schiaccianoci". I dieci militanti di Avanguardia Operaia individuati dalle indagini del giudice Guido Salvini vennero condannati in primo grado per omicidio preterintenzionale, in appello l'accusa divenne di omicidio volontario ma grazie alle attenuanti generiche le pene inflitte non superarono i dieci anni di carcere.

Luca Fazzo
Il fanatismo politico che ha ucciso Sergio Ramelli

La perizia sul caso Ramy non lascia spazio a interpretazioni: le forze dell'ordine non hanno responsabilità nella morte del ragazzo. Ora non resta che restare in attesa delle scuse di tutti coloro che non hanno esitato nell'attaccare ancora una volta i carabinieri che hanno semplicemente fatto il loro dovere

Hoara Borselli
Caso Ramy, ora aspettiamo le scuse di chi ha attaccato i carabinieri

Tutti ricordiamo sia il delitto di Garlasco, sia la trafila giudiziaria di cui è stato protagonista Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara Poggi: assolto in primo grado e in appello, per poi essere condannato in Cassazione a 16 anni di carcere. Dopo tutto questo tempo, e con lui che continua a dormire in prigione, salta fuori che sotto le unghie della vittima è stato trovato il Dna di un'altra persona. Ora staremo a vedere cosa succederà in tutto questo caos firmato dalla nostra giustizia

Vittorio Feltri
La strage degli innocenti
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