Claudio De Carli

Lui, Arpagone, resta arido, possessivo, lontano dagli altri, chiuso nella palandrana sdrucita che Moliere ha scelto per identificarlo. Gli altri, parenti e servitù, girano a piacere attorno al canovaccio noto e lo spalmano in due ore e quindici filate, senza sosta, sempre in scena in un contorno misero come l'esistenza di Arpagone, eppure colorato e bizzarro

Claudio De Carli
Se metti l'Avaro nelle mani di Grock
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