Sarebbe bello avere un po' di silenzio. Non tanto e non per sempre. Solo una manciata, adesso che si sta per partire verso un'avventura dove ci si gioca il futuro
Sarebbe bello avere un po' di silenzio. Non tanto e non per sempre. Solo una manciata, adesso che si sta per partire verso un'avventura dove ci si gioca il futuro
Draghi siamo noi. Draghi è il Pd. Nicola Zingaretti ha passato tutto il pomeriggio di ieri a ripetere questo concetto, quasi per convincersi che sia vero
C'è già un confine in questa maggioranza che sta per nascere. Non è ancora di idee o di uomini, di programmi o ministeri. È l'approccio a Draghi. Lo specchio è la fiducia.
Non è questo il momento di impiccarsi ai nomi. Mario Draghi sta cercando di dare forma alla sua maggioranza e anche questo lavoro non è solo una questione di "ci sto" o "non ci sto".
Impossibile pensare che il tentantivo fallisca. Se Salvini dirà sì, Draghi non chiederà le porte.
L'alleanza alle consultazioni tra sì, no e astensione. Appello a non sprecare l'occasione di dare un governo serio all'Italia
Mattarella si gioca la carta speciale. È Mario Draghi. È la risposta a quella che giorno dopo giorno non appare più solo come una crisi di governo. È qualcosa di più
Non è più solo una questione di numeri. L'idea di costruire il Conte ter raccattando un manipolo di volenterosi certificati o di improvvisare un gruppo parlamentare di "europeisti" si sgonfia ora dopo ora.
Non hanno mai davvero giocato nella stessa squadra. Quando Giuseppe Conte appare sulla scena politica, tutti pensano che sia un Cinque Stelle
Spaccatura tra chi chiede le urne e chi spera di restare al governo. Bettini: "Votare non è un colpo di Stato"