Messico. Rapinatore ammazza il proprietario del negozio
Messico. Rapinatore ammazza il proprietario del negozio
È tradizione in Messico bruciare, nella notte del sabato santo, immagini di Giuda, il discepolo che tradì Gesù. Ma quest'anno sono state bruciate molte effigi di Trump
Il carcere dell'infamia. I detenuti pagavano fino ad 800 euro al mese per le celle migliori
"Mai più morte e sfruttamento! C'è sempre tempo per cambiare, c'è sempre una via d'uscita e un'opportunità, c'è sempre tempo per implorare la misericordia del Padre". Sono le parole di Papa Francesco a Ciudad Juarez, ultima tappa del suo viaggio in Messico, a soli 80 metri dal confine con gli Usa. Migliaia le persone presenti. Circa 50mila i fedeli in territorio texano, che Bergoglio ha più volte salutato, al di là del 'muro della vergogna', come i messicani chiamano la barriera anti migranti che separa i due Paesi. Il Papa si è soffermato sulle sofferenze che i migranti devono affrontare nel percorso verso la speranza di una vita migliore, un percorso pieno di terribile ingiustizia – ha detto – di schiavitù, rapimenti, estorsioni. “Molti dei nostri fratelli sono oggetto del business del traffico di esseri umani. Non possiamo negare una crisi umanitaria che negli ultimi anni ha visto la migrazione di milioni di persone”, ha insistito il pontefice che ha chiesto a Dio il “dono della conversione, il dono delle lacrime”. La frontiera messicana è stata l'ultima tappa del viaggio di Bergoglio nel Paese, prima di ripartire verso il Vaticano
"Chi ha sofferto profondamente il dolore e, potremmo dire, ha sperimentato l’inferno può diventare un profeta nella società. Lavorate perchè questa società che usa e getta non continui a mietere vittime"
Troppo entusiasmo per Papa Francesco
Crea ripulsione a molti la presenza al fianco del Pontefice del Cardinale Norberto Rivera, arcivescovo di Città del Messico e da 20 anni denunciato presso la Santa Sede dalle vittime di abusi sessuali per avere 'coperto' preti pedofili
Bergoglio ha celebrato la messa con le comunità indigene a San Cristobal de Las Casas, nel Chiapas (Messico). "Molte volte, in modo sistematico e strutturale, i vostri popoli sono stati incompresi ed esclusi dalla società. Alcuni hanno considerato inferiori i loro valori, la loro cultura e le loro tradizioni. Altri, ammaliati dal potere, dal denaro e dalle leggi del mercato, lo hanno spogliato delle loro terre o hanno realizzato opere che le inquinavano. Che tristezza. Quanto farebbe bene a tutti noi fare un esame di coscienza e imparare a dire: perdono fratelli"
Dopo la multa di 1,9 miliardi di dollari pagata nel 2012 per avere riciclato 881 milioni di dollari dei cartelli della droga messicani, ora i famigliari di vittime Usa del cartello di Sinaloa fanno causa alla banca, che considerano co-responsabile della loro morte