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Tutte le volte che il Pd ha giustificato gli eco-vandali

Dal "dialogo possibile" auspicato da Elly Schlein, alla solidarietà agli ambientalisti a processo. La simpatia dem per i giovani attivisti che imbrattano con la convinzione di salvare il Pianeta

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Il tempismo del Pd è davvero incredibile. A ventiquattr'ore dal blitz compiuto dagli eco-vandali alla fontana di Trevi, i dem avevano teso la mano agli autori dell'ennesimo imbrattamento. "Questi ragazzi vanno ascoltati", avevano detto, convinti forse di poter fermare le modalità veementi della loro protesta. Risultato? Gli ambientalisti d'assalto se ne sono fregati e stamani sono tornati in azione, spargendo fango davanti al Senato. Dialogare con quei giovani per trovare un terreno comune di confronto sembra impossibile: come parlare coi muri. Eppure, in più occasioni, i piddini si sono mostrati indulgenti nei confronti degli attivisti ideologizzati, arrivando anche a solidarizzare con loro.

In pieno inverno, quando già provocavano blocchi del traffico e imbrattamenti, a strizzare l'occhio agli eco-vandali era stata Elly Schlein. Il dialogo - aveva affermato la parlamentare Pd - "è possibile con loro e con tutte le mobilitazioni ecologiste". E ancora: "Si può non essere d'accordo sul metodo ma non si può guardare il dito anziché la luna". Come se le modalità invadenti delle loro proteste fossero un dettaglio secondario, sul quale era sbagliato concentrarsi troppo. Quel concetto la neo-eletta leader dem lo avrebbe ripetuto poche settimane più tardi in tv, dopo che gli attivisti avevano deturpato la facciata di Palazzo Vecchio a Firenze. "Di quella mobilitazione mi piace la consapevolezza che loro stanno chiedendo solo di ascoltare la scienza", aveva affermato Elly su Rai2.

In quell'occasione, il segretario Pd si era anche lanciato in un'altra apertura discutibilissima, accostando gli eco-vandali agli esperti che ci hanno tutelati durante la pandemia. "Quando ci siamo trovati ad affrontare il dramma della pandemia, noi politici e istituzioni abbiamo dovuto affidarci a chi ne sapeva di più. Ma se l'abbiamo fatto con la pandemia, perché non lo facciamo invece sul clima?", aveva commentato. Peccato che gli attivisti d'assalto non siano né scienziati, né tantomeno climatologi o luminari detentori di chissà quale sapere. E peccato, altresì, che vi siano esperti in totale disaccordo con le irremovibili convinzioni di quei giovani ecologisti.

Dopo che anche il dem Dario Nardella si era scagliato contro gli attivisti per interrompere un loro blitz a Firenze, a sinistra qualcuno si era finalmente chiesto se non fosse il caso di seguire l'esempio del sindaco, che li aveva definiti "barbari e incivili". E invece non è andata così. Poche settimane più tardi, infatti, il Pd sarebbe sceso in piazza per sostenere i militanti di Ultima Generazione finiti a processo. "Pur non potendo condividerne il merito, capiamo la rabbia e la preoccupazione dei giovani attivisti", aveva affermato la coordinatrice della segreteria Pd, Marta Bonafoni, dimenticando che la forma è sostanza. E che, dunque, cercare di separare le modalità della protesta dal contenuto è, almeno per ora, un esercizio di astrattismo.

In compenso, da sinistra si sono sollevate immediate rimostranze quando il governo aveva inasprito le norme contro i vandalismi compiuti in nome dell'ambiente. E a Genova i progressisti si erano schierati con gli eco-attivisti, contestando una mozione comunale che prevedeva multe più severe per gli imbrattatori. "Sorveglianza repressiva", avevano lamentato due consiglieri di sinistra.

E ancora oggi, a fronte dell'ennesimo atto vandalico, dall'area progressista non si ode una presa di posizione che sottolinei come quelle proteste non servano a nulla e siano anzi viziate da un approccio ideologico a un tema complesso.

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