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Dal genocidio alla fine dell'era influencer. Le parole della settimana

Le parole della settimana: il genocidio, come ti benedico il gay, disoccupazione artificiale, la fine dell'era influencer, l'ennesima mostra satanista, le ali piumate di Simone Cristicchi

Dal genocidio alla fine dell'era influencer. Le parole della settimana

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Dal genocidio alla fine dell'era influencer. Le parole della settimana

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Proviamo a dare un po' di sapore poetico ai numeri che decretano il successo delle notizie sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana rivisitati e corretti

Genocidio?

I morti ammazzati non piacciono a nessuno, qualunque colore, religione o convinzione abbiano. Ma ora sembra di essere emigrati in un pianeta dell'assurdo, nel momento in cui Israele deve difendersi dall'accusa di “genocidio”, fuoco acceso dal Sudafrica e alimentato dall'ex leader laburista inglese Jeremy Corbin. Lo stesso Corbin che chiamava Hamas e Hezbollah “nostri amici” e che si rifiutava di definire Hamas un'organizzazione terroristica. Sarebbe interessante chiedere a tutti i Corbin di cui l'Occidente sembra essere pieno quale sarebbe stata la sua soluzione dopo i massacri del 7 ottobre. Loro avrebbero reagito. Israele doveva stare fermo. Purtroppo l'antisemitismo non morirà mai.

Come ti benedico il gay

E intanto però le energie dell'Occidente si concentrano su un dibattito feroce intorno alle benedizioni delle unioni omosessuali da parte del Vaticano. Si possono fare? Non si possono fare? Quanto devono durare e come devono essere vestiti i benedicendi? Sembrano gli ultimi colpi di coda di un pesce che, tolto dall'acqua, può solo illudersi di poter nuotare ancora a lungo sulla terraferma.

Disoccupazione artificiale

Oramai dovrebbero averlo capito tutti, anche se così non pare: con l'esplosione della cosiddetta “intelligenza artificiale”, ossia con il proliferare di tecnologie che ogni giorno acquisiscono nuove potenzialità, la stragrande maggioranza dei lavori come li abbiamo conosciuti finiranno per essere inutili. Ogni giorno qualcuno scrive per ammonirci sulla necessità di trovare nuove competenze che non saranno del tutto annullate dalla tecnologia. Se anche l'intelligenza sembra diventare artificiale, la disoccupazione sembra non esserlo per niente.

La fine dell'era influencer

Le vicende della nota influencer scivolata sui pandori segnano forse la fine di un'era, o almeno un cambio di rotta significativo. Non perché è intervenuta l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con norme e sanzioni, che cambieranno poco o nulla. No. È cambiato qualcosa di sostanziale, di profondo, di relazionale. Quel patto fra influenzante e influenzati sembra essersi rotto e pare quasi che le persone oggi inizino a porsi la domanda tanto scontata quanto ignorata: “Perché mai dovrei fare ciò che dicono?”. Non è mai troppo tardi.

L'ennesima mostra satanista?

Un tempo l'arte aveva come orizzonte la bellezza e come cielo il divino, oggi ci ritroviamo a Palazzo Strozzi l'ennesima mostra dal titolo “Angeli caduti”, cioè demoni, un trend che ci perseguita conformisticamente sin dai tempi del satanista Duchamp e di tutto quel satanismo occultista di Eliphas Levi e della Blavatsky che tanto ha inquinato l'arte visiva occidentale fino a conquistarla totalmente. L'arte è lo specchio dell'anima più profonda di una civiltà, finché sarà inquinata di archetipi satanici non possiamo meravigliarci se l'Occidente prosegue il suo cammino di autodistruzione.

Le ali piumate di Simone Cristicchi

E intanto però qualche raggio di luce continua a splendere. Simone Cristicchi sta portando in giro per l'Italia il suo spettacolo “Franciscus – il folle che parlava agli uccelli”, in cui con delicatezza e originalità racconta la storia più profonda che sta dietro alle vicende del poverello d'Assisi. Per quanti diavoli possano infestare i palazzi, gli angeli di luce restano sempre di più.

E alla fine vincono ogni buio.

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